Si riducono anche i tempi di pagamento, tuttavia tante aziende fanno ancora i conti con problemi di liquidità a causa del ritardo con cui i propri clienti saldano quanto dovuto
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Quanto certificato dal Cerved (nel primo trimestre 2015, il numero dei fallimenti è in calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) è sicuramente una buona notizia. Tuttavia le difficoltà per le imprese italiane non sono svanite nel nulla: nonostante un miglioramento nei tempi di pagamento, molte aziende rischiano di chiudere i battenti a causa del ritardo con cui i propri clienti saldano quanto dovuto.
Stando ai dati contenuti nell'Osservatorio su Fallimenti, procedure e chiusure di imprese condotto dal Cerved, nel primo trimestre del 2015 si è verificato un calo del numero dei fallimenti. La corsa "senza soste" dei fallimenti ha subìto una battuta d'arresto dopo dieci trimestri consecutivi. Tra gennaio e marzo, infatti, 3,8 mila imprese hanno aperto una procedura fallimentare: il 2,8% in meno rispetto al primo trimestre del 2014.
Seppure in calo del 3,5% su base annua, il numero delle imprese costrette a chiudere i battenti tra fallimenti, procedure concorsuali non fallimentari e liquidazioni volontarie rimane consistente: nel corso dei primi tre mesi del 2014, 21 mila imprese hanno aperto una di queste procedure.
Chiudono meno imprese e quelle sopravvissute pagano prima i fornitori. Secondo un'indagine del Cerved, relativa al periodo compreso tra luglio e settembre 2014, i tempi medi di liquidazione delle fatture si sono (lievemente) ridotti. Nel terzo trimestre dello scorso anno, infatti, le imprese italiane hanno impiegato 77,5 giorni per saldare le proprie fatture: 0,2 giorni in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 e 3,7 giorni in meno rispetto al 2012.
La crisi economica avrebbe reso le aziende più accorte nel concedere il credito commerciale, che consiste in una dilazione di pagamento concessa dall'azienda venditrice al proprio cliente. Da una rilevazione, condotta sempre dal Cerved su circa 100 mila piccole e medie imprese (pmi), emerge che ad un terzo dei cattivi pagatori del 2012 non è stato accordato del credito commerciale nel terzo trimestre del 2014.
Del resto scegliere accuratamente clienti affidabili, a cui concedere del credito commerciale, è ormai una necessità per le imprese italiane. La stragrande maggioranza delle quali soffre problemi di liquidità riconducibili proprio al ritardo nei pagamenti: stando ad una recente rilevazione della Cgia di Mestre, sono ben 3.400.000 (pari al 76% del totale nazionale). Problemi che hanno indotto 1,7 milioni di imprese a non assumere nuovi dipendenti; 900 mila, invece, hanno considerato la possibilità di licenziare quelli già assunti. Mentre 700 mila imprese si trovano sull'orlo del fallimento.