L'organizzazione taglia le stime di crescita economica per tutta l'Eurozona. Il consiglio all'Italia: "Avviare delle riforme strutturali"
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L'inflazione, secondo l'Ocse, "risulta più forte di quanto previsto", e ciò "richiede politiche monetarie restrittive" fino quando non ci saranno "segni chiari" di miglioramento. Oltre a quello inflattivo, però, le prospettive economiche dei Paesi Ocse sono segnate anche da altri "rischi importanti". Ad esempio, secondo il segretario generale Matthias Cormann, "la ripresa più debole del previsto in Cina che pesa sulla crescita mondiale".
"Le politiche macroeconomiche devono puntare in priorità a ridurre l'inflazione e a ricostituire margini di bilancio. In parallelo, per gettare le basi di una crescita più forte e sostenibile sul lungo termine, i poteri pubblici devono agire per stimolare la concorrenza, accelerare gli investimenti in ricerca, sviluppo, tecnologie a basse emissioni nonché ridurre piuttosto che rafforzare gli ostacoli agli scambi", afferma Cormann.
L'inflazione complessiva nella zona del G20 si ridurrà progressivamente dal 7,8% del 2022, al 6% nel 2023, al 4,8% nel 2024: è quanto emerge dalle Prospettive Intermedie dell'Ocse. Nell'eurozona, precisa l'organismo internazionale con sede a Parigi, l'inflazione complessiva dovrebbe passare dall'8,4% del 2022, al 5,5% del 2023 (-0,3% rispetto alle precedenti stime di giugno), al 3% del 2024 (-0,2%). Anche in Italia l'inflazione dovrebbe contrarsi progressivamente dall'8,7% del 2022, al 6,1% del 2023 (-0,3% rispetto alle precedenti stime di giugno), al 2,5% del 2024 (-0,5% rispetto alle precedenti stime).
Dalle Prospettive Economiche Intermedie dell'Ocse si rileva anche che il Pil mondiale dovrebbe passare dal +3,3% del 2022, al +3,0% nel 2023 (+0,3 rispetto alle precedenti stime di giugno) e al +2,7% nel 2024 (-0.2% rispetto alle precedenti stime di giugno). Nell'eurozona, il Pil dovrebbe passare dal +3,4% del 2022, allo +0,6% del 2023 (-0,3% rispetto alle stime di giugno), all'1,1% del 2024 (-0,4%). Quanto all'Italia, l'Ocse prevede un Pil di +0,8% sia per il 2023 (-0,4% rispetto alle precedenti stime di giugno) sia per il 2024 (-0,2%)dopo il +3,8% del 2022.
L'Ocse prevede una recessione in Germania, con un -0,2% sul Pil 2023 che segna un taglio di 0,2 punti rispetto alle stime di giugno. La crescita 2024 è tagliata di 0,4 punti al +0,9%. "La Germania non è il grande malato d'Europa", precisa però Lombardelli. Il Paese ha attraversato "un periodo difficile tra fine 2022 e inizio 2023" motivo per cui "abbiamo rivisto a ribasso l'outlook" ma "l'economia ha tenuto una performance migliore di quanto ritenessero in molti". "Le difficoltà - ricorda - sono a medio termine e riguardano la crescita e la transizione. Ci aspettiamo di vedere un po' di ripresa" nell'anno.
"La difficoltà per l'Italia è la crescita o meglio l'assenza di crescita". Per questo, la capoeconomista dell'Ocse, Clare Lombardelli raccomanda alle autorità italiane di "avviare delle riforme strutturali per far fronte alla crescita debole, il che significa, ad esempio, rafforzare la concorrenza e l'innovazione".
Per gli Stati Uniti l'Ocse alza la stima di crescita di quest'anno di 0,6 punti al +2,2% e di 0,3 punti sul prossimo al +1,3%. Per la Cina effettua un taglio di 0,3 punti su quest'anno al 5,1% di crescita e di 0,5 punti sul prossimo al +4,6%. Da segnalare la maxi revisione al rialzo sulla Russia, su cui ora non si prevede più recessione quest'anno, con una crescita stimata allo 0,8%, ben 2,3 punti percentuali al di sopra della stima indicata a giugno. Sul 2024 si prevede una crescita dello 0,9% del Pil in Russia, in questo caso 1,3 punti percentuali al di sopra delle previsioni diffuse a giugno. Anche nelle previsioni dell'Ocse, l'India si conferma infine uno dei Paesi con la crescita più forte su scala globale: +6,3% atteso quest'anno, rivista al rialzo di 0,3 punti e +6% il prossimo, su cui è stato operato un taglio un intero punto percentuale rispetto alle stime di giugno.