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Inflazione: perché la BCE resta cauta

Anche in Italia l'andamento dei prezzi al consumo ha mostrato un'accelerazione, ma alcune variabili invitano ancora alla prudenza

15 Mag 2017 - 12:31
 © ansa

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Il presidente della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi, lo ha ribadito di nuovo, recentemente: è ancora presto per affermare che il target dell'inflazione al 2% - prerogativa dell'istituto di Francoforte, appunto – è stato raggiunto. Alcune variabili, nonostante la ripresa dell'economia dell'Eurozona, invitano alla prudenza.

Anche in Italia i prezzi al consumo sono tornati a salire: in un anno, da aprile 2016 ad aprile 2017 stando alle ultime rilevazioni dell'Istat, l'inflazione è aumentata dell'1,9% (dal +1,4% di marzo; su base mensile l'incremento è stato invece dello 0,4%), portandosi ai massimi dal 2013.

Ma l'accelerazione dell'inflazione deriva soprattutto dalla crescita dei beni energetici, mentre l'inflazione di fondo – al netto degli energetici e degli alimentari freschi, vale a dire le componenti più volatili – sale di quattro decimi di punto percentuale, su livelli più contenuti (+1,1%, da +0,7% di marzo).

Sono proprio le pressioni sull'inflazione di fondo a frenare la BCE, che per il momento non intende rinunciare alle misure di stimolo e alle attuali politiche monetarie (con particolare riferimento al quantitative easing, il programma di acquisti di titoli di Stato).

La BCE, infatti, prima di allentare l'accomodamento monetario vuole che alcuni criteri vengano soddisfatti. Innanzi tutto l'aumento dell'inflazione dovrà interessare tutti i paesi dell'Eurozona, non solo alcuni. In più il trend dei prezzi dovrà mostrarsi prossimo al target del 2% in maniera ferma (su un orizzonte di medio periodo, scongiurando così il pericolo deflazione), livelli che dovranno essere poi mantenuti anche quando – con le condizioni economiche ormai favorevoli – il supporto monetario risulterà essere inferiore.

Ma per questo dovrà contribuire anche un'ulteriore ripresa dei consumi, a sostegno della stabilità dei prezzi, favorendo la produzione e migliorando le prospettive di occupazione.

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