Secondo il Rapporto annuale, la speranza di vita dei dipendenti è cinque anni inferiore rispetto ai dirigenti
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Per l'Inps, gli uomini pur essendo circa il 48% del totale concentrano il 56% della spesa, ovvero 180,4 miliardi contro i 141,5 erogati alle donne. Per gli uomini l'importo annuale medio è di circa 23.182 euro, per il 36% circa superiore a quello delle donne (16.994). Dividendo l'importo annuale per 12 mesi (con la tredicesima inclusa nei singoli mesi) l'importo medio mensile del reddito da pensione è di 1.931 euro per i pensionati e 1.416 per le pensionate. Sempre il Rapporto annuale Inps sottolinea che la differenza nella speranza di vita sia di cinque anni tra chi era nel Fondo lavoratori dipendenti nel primo quintile di reddito (16 anni di speranza di vita) e chi era nel quintile di reddito dal Fondo dirigenti (Inpdai) con 20,9 anni.
Le donne ricevono in media 515 euro in meno al mese (dividendo l'importo annuo per 12 mesi), circa il 26,67% in meno di quanto erogato in media ai pensionati. Il dato risente del fatto che ci sono molte donne con carriere lavorative corte o assenti che ricevono quindi pensioni in media più basse.
Dei pensionati italiani (uomini e donne), il 96% circa percepisce almeno una prestazione dall'Inps e ha un reddito lordo mensile medio di circa 1.687 euro (sempre diviso per 12 mesi). Il restante 4% non beneficia di prestazioni da parte dell'Inps, ma percepisce rendite Inail o pensioni di guerra o ancora pensioni da Casse professionali, Fondi pensione ed Enti minori.
I trattamenti previdenziali, ovvero le pensioni di anzianità/anticipate, vecchiaia, invalidità e superstite, assorbono il 92% della spesa, mentre quelli assistenziali, ovvero le prestazioni agli invalidi civili e le pensioni e gli assegni sociali, il restante 8%. La voce che incide di più sulla spesa sono le pensioni di anzianità/anticipate con il 56% del totale, seguite dalle pensioni di vecchiaia che assorbono il 18% e dalle pensioni ai superstiti che assorbono oltre il 13%. Le prestazioni agli invalidi civili rappresentano il 6% del totale; per ultime ci sono le pensioni di invalidità e le pensioni e assegni sociali che rappresentano rispettivamente il 4% e il 2%. In totale, le prestazioni previdenziali e assistenziali erogate dall'Inps nel 2022 sono 20,8 milioni.
Nel complesso l'importo medio della singola pensione mensile è pari a 1.123 euro (per 13 mesi) ma se per la pensione anticipata la media è di 1.915 euro al mese, per quella di vecchiaia è di 889 euro. I due terzi delle pensioni anticipate sono erogati agli uomini. Per l'invalidità previdenziale la media di importo per le pensioni vigenti nel 2022 è di 1.018 euro al mese mentre per i superstiti è di 747 euro. Tra le prestazioni assistenziali la media per le pensioni e gli assegni sociali è di 476 euro al mese e per le prestazioni agli invalidi civili è di 469 euro.
Dal Rapporto emerge anche che i pensionati che appartengono al primo quintile di reddito hanno una speranza di vita a 67 anni di circa 2,6 anni inferiore a quelli che appartengono al quintile con il reddito più alto ma la differenza cresce a seconda del comparto nel quale si è lavorato e delle mansioni avute. L'Inps sottolinea come la differenza nella speranza di vita sia di cinque anni tra chi era nel Fondo lavoratori dipendenti nel primo quintile di reddito (16 anni di speranza di vita) e chi era nel quintile di reddito dal Fondo dirigenti (Inpdai) con 20,9 anni.
Nel Rapporto si legge poi che il taglio del cuneo contributivo, che prevede dal luglio 2023 un esonero del 7% per i lavoratori con un imponibile pensionistico fino a 25.000 euro su base annua e del 6% per i lavoratori con un imponibile pensionistico fino 35.000 euro su base annua, porterà a un vantaggio di circa 98 euro lordi in busta paga. L'Inps spiega che circa il 57% dei lavoratori beneficerebbe di importi superiori ai 100 euro mensili. Considerando, invece, solo i lavoratori full time e full month, l'ammontare dell'esonero arriverebbe a 123 euro. Solo circa il 2% dei beneficiari riceverebbe meno di 80 euro.