pasquale stanzione

Intelligenza artificiale, il Garante: più lavoro ma attenzione a diseguaglianze

03 Lug 2024 - 22:36

"L'intelligenza artificiale potrebbe sostituire, nei prossimi anni, circa 85 milioni di posti di lavoro creandone, tuttavia, 97 milioni di nuovi, sebbene con un rischio di ulteriori diseguaglianze", ha spiegato Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali (Gpdp), aprendo la sua relazione al Parlamento sull'attività svolta dall'Autorità nel 2023. "Non si tratta, del resto, di un rischio così peregrino, se si considerano le profonde diseguaglianze che, anche sul terreno del lavoro, il capitalismo digitale ha prodotto, rispetto ai lavoratori invisibili della gig economy", aggiunge Stanzione.

Per il presidente si corre in effetti qualche pericolo. Le guerre in atto offrono all'Ia "un drammatico terreno di sperimentazione" e rischiano di "amplificare senza limiti la capacità offensiva dei conflitti, sottraendo all'uomo il controllo della violenza". Le cosiddette armi autonome potrebbero diventare la nuova bomba atomica per gli effetti dirompenti e l'assenza di regole nell'utilizzo. Bisogna scongiurare dunque il pericolo di quello che Stanzione definisce "un nuovo momento Oppenheimer".

Mette in guardia anche sugli strumenti di guerra ibrida offerti da queste nuove tecnologie, come la "cognitive warfare", la guerra che colpisce le menti attraverso attacchi perpetrati per mezzo di influencer, social media e social network. Secondo Stanzione, la continua espansione ed evoluzione dell'intelligenza artificiale impone dunque di tracciare un limite di sostenibilità delle colonne d'Ercole da non varcare perché il progresso non divenga socialmente regressivo.

Allo stesso tempo, dice fiducioso, l'Europa ha degli strumenti per difendersi e parte avvantaggiata, essendo la prima ad aver lanciato iniziative contro la deregulation come l'Ai Act che "rappresenta il tentativo più avanzato dell'Europa di delineare una strategia antropocentrica di governo della tecnica, di promuovere un'innovazione sostenibile sotto il profilo delle garanzie giuridiche, dell’equità sociale, della dignità personale", ha aggiunto.

A proposito della pervasività delle nuove possibilità offerte dall'Ia e della loro influenza, il presidente ha sottolineato che già oggi "circa il 65% dei ragazzi utilizza l'intelligenza artificiale per svolgere i compitidue studenti su tre avrebbero preparato l'esame di maturità con Chat Gpt, che peraltro non sarebbe riuscita a tradurre correttamente il Minosse, o Della legge, attribuito a Platone". L'Ia non sbaglia solo i compiti, ma anche gli accertamenti fiscali. Sui limiti del webscraping (tecnica informatica di estrazione di dati ndr) avverte: "Se addestrato su dati anche soltanto parzialmente inesatti l'algoritmo restituirà risultati errati in proporzione geometrica, con bias che dalla base informativa si propagano lungo tutto l'arco della decisione algoritmica".

L'Ia offre anche notevoli opportunità. A un paziente tetraplegico, per esempio, è stato impiantato un dispositivo in grado di decodificare i segnali neurali per far eseguire a un robot ciò che i suoi arti non possono fare. "La possibilità di traduzione dell’attività neurale in impulsi algoritmici è una conquista preziosa a condizione che non venga utilizzata per leggere il pensiero, rendendo dunque accessibile anche quel foro interno la cui riservatezza è presupposto necessario per la libertà di coscienza", sottolinea.

Tra le sfide future per la democrazia non c'è solo l'Ia. La coniugazione del diritto all'informazione con la dignità personale, della quale la protezione dei dati è espressione, secondo il presidente è una priorità. Per questo auspica che sia regolato l'uso di intercettazioni e Trojan nella giustizia: "Con documentazione audiovisiva si rischia la diffusione dati eccedenti". E a commento del Ddl Nordio aggiunge che "rafforza sensibilmente le garanzie di riservatezza dei terzi e circoscrive l'ambito circolatorio dei contenuti captati, a tutela della privacy di tutti i soggetti", ma bisognerà anche rispettare "il divieto di pubblicazione integrale o per estratto dell'ordinanza di custodia cautelare in fase di indagini e contenere la tendenza a scambiare l'interesse sociale della notizia con il gossip".

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