Nonostante la spesa italiana in Ricerca e Sviluppo sia aumenta del 2,3% rispetto al 2012, il gap con la media Ue è ancora ampio
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Secondo gli ultimi dati disponibili, resi noti dal Rapporto Bes 2015 (sul Benessere equo sostenibile in Italia), redatto dall'Istat, nel 2013 la spesa italiana in Ricerca e Sviluppo è cresciuta del 2,3% rispetto all'anno precedente arrivando a toccare i 21 miliardi di euro. Buoni risultati ma che ancora non sono sufficienti per il target nazionale stabilito dalla strategia Europa 2020.
Secondo la strategia europea tutti i Paesi membri devono contribuire ad innalzare gli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del prodotto interno lordo dell'Ue. Il target stabilito per l'Italia è di una spesa in R&S pari all'1,5% del Pil, entro appunto il 2020. Secondo le ultime rilevazioni la spesa italiana in rapporto al Pil è passata dall'1,27% del 2012 al 1,31%.
Osservando le tabelle dell'Eurostat, elaborate dall'Istituto nazionale di statistica per il Rapporto Bes, salta subito all'occhio il gap tra il nostro Paese, non solo con i Paesi più virtuosi, ma anche con la media europea. Nella graduatoria l'Italia si piazza, infatti, tra i Paesi che investono meno in questo senso, fermandosi al 16 esimo posto, subito dietro l'Ungheria e il Portogallo. Rispetto alla media europea il gap del rapporto della spesa sul Pil dell'Italia è inferiore di circa 0,7 punti percentuali.
Il contributo maggiore alla spesa italiana arriva dal settore privato (che comprende le imprese e le istituzioni non profit). Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo da parte delle imprese sono infatti aumentati del 3,4% rispetto al 2012, raggiungendo i 12,1 miliardi di euro, con un conseguente aumento del peso della spesa del settore privato su quella totale: dal 57,1% si è passati al 57,7% nel 2013. Il particolare la spesa delle imprese rappresenta il 54,7% della spesa totale.
Il settore privato, spiega poi l'Istat, si conferma principale contributore anche in termini di finanziamento della spesa: con circa 10 miliardi di euro si ritaglia una quota del 47,9%. Superiore, dunque, a quella del settore pubblico: 41,4% e pari a 8,7 miliardi di euro. Notevole poi il peso dei finanziatori esteri che - sotto forma di università, imprese o istituzioni pubbliche -, in Italia, contribuiscono per il 9,5% alla spesa totale in Ricerca e Sviluppo.