IL PUNTO SUL LAVORO

Istat: disoccupazione stabile all'11,5%, ma è in aumento quella giovanile

Registrati un calo tra gli uomini e una crescita tra le donne. A gennaio i dipendenti a tempo indeterminato crescono di 99mila unità su dicembre 2015. Il ministro Poletti: "Grande Risultato, grazie imprese"

01 Mar 2016 - 10:50
 © ansa

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Rimane invariato il tasso di disoccupazione in Italia, pari all'11,5%, invariato dal mese di agosto. Lo dicono i dati diffusi dall'Istat secondo cui a gennaio la stima dei disoccupati è stabile, sintesi di un calo tra gli uomini e di una crescita tra le donne. A gennaio sale invece la disoccupazione giovanile, arrivata al 39,3%, in crescita dello 0,7% rispetto a dicembre 2015.

Disoccupato un giovane su 10 - L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,0%. A essere disoccupato è quindi un giovane su dieci. Tale incidenza è in lieve calo (-0,1 punti) rispetto a dicembre. Nell'ultimo mese cala tra i 15-24enni il tasso di occupazione (-0,5 punti) e cresce il tasso di inattività (+0,6 punti).

Crescono i posti fissi - A gennaio i dipendenti a tempo indeterminato crescono di 99mila unità su dicembre e di 426mila su gennaio 2015. Secondo l'Istat la stima degli occupati cresce nel complesso di 70mila unità su dicembre 2015 (+0,3%) e di 299mila su gennaio 2015 (+1,3%). In calo invece i dipendenti a termine (-28mila), mentre gli indipendenti restano stabili. Gennaio è inoltre il primo mese di sgravio contributivo al 40% dopo un anno di esonero totale per le assunzioni stabili.

Poletti: "Grande risultato, grazie imprese" - I dati diffusi dall'Istat sono stati salutati con soddisfazione dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. "Un grande risultato - ha dichiarato -, sono felice per tutte queste persone e le loro famiglie". "Ringrazio tutte le aziende e gli imprenditori che hanno avuto fiducia in loro e nel futuro e si sono assunti la responsabilità di promuovere nuovo lavoro", ha aggiunto il titolare del dicastero. E ancora: "Le riforme sono essenziali ed il Governo le ha fatte, ma senza l'impegno responsabile di tutta la comunità nazionale i risultati sarebbero meno significativi".

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