E' quanto emerge dal report "Dati cumulativi di 2.050 società italiane" dell'Ufficio Studi di Mediobanca, che ha calcolato un 9% del fatturato realizzato in Italia ed il restante 91% all'estero
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Nel 2013 i maggiori gruppi manifatturieri italiani con organizzazione multinazionale hanno prodotto il 67% dei loro beni all'estero. E' quanto emerge dal report "Dati cumulativi di 2.050 società italiane" dell'Ufficio Studi di Mediobanca, che ha calcolato un 9% del fatturato realizzato in Italia ed il restante 91% all'estero.
Il 91% di estero delle imprese italiane è suddiviso tra esportazioni (24%), ossia beni prodotti in Italia e venduti su altri mercati, e dal cosiddetto 'estero su estero' (67%), costituito dai beni prodotti all'estero e venduti sui vari mercati. In realtà la quota di produzione all'estero potrebbe anche essere superiore, in quanto il 9% di quota nazionale del fatturato, non esprime necessariamente beni prodotti in Italia.
Le 2.050 imprese italiane radiografate dal Centro Studi di Mediobanca rappresentano la totalità delle aziende industriali con oltre 500 addetti, che a loro volta esprimono circa il 50% del fatturato della manifattura ed il 57% delle esportazioni. Le loro vendite fanno capo per il 24% a società pubbliche e per il 46% a privati italiani e per il 30% a soggetti di nazionalità estera, a loro volta più concentrati sul terziario (43%) che nella manifattura (31%), mentre il 25% vale per il petrolio e il 23% per l'energia ed il gas.
Occupazione in calo del 5% tra il 2008, ultimo anno prima della crisi, ed il 2013, con la mannaia delle delocalizzazioni che taglia soprattutto le tute blu (-7,8%) rispetto ai colletti bianchi (-1,3%). La base operaia, però, resta maggiore nelle medie imprese (63%) rispetto ai grandi gruppi manifatturieri (52%).
Il report sottolinea la mano pesante sull'occupazione da parte delle società pubbliche (-9,2% dal 2008) e forte calo anche nel manifatturiero (-5,7%) dove hanno tagliato posti di lavoro soprattutto le imprese a controllo estero (-11,3%). Riduzioni di personale minori nelle medie imprese (-2,1%) e nel Made in Italy a controllo italiano (-2,2%), mentre ma è calato del 10,6% quello controllato da mani straniere.
Pubblico meglio del privato - Le imprese pubbliche hanno fatto meglio delle imprese private italiane dal 2008 al 2013, sottolinea poi il dossier in cui viene indicato un calo del 2,4% del fatturato aggregato delle società che operano in Italia, con i soggetti pubblici in crescita del 6,1% ed i privati in calo del 4,7%.
Stretta creditizia - Trentatrè miliardi di mancato credito in 4 anni. E' l'importo calcolato dal Centro Studi di Mediobanca osservando la dinamica dei finanziamenti alle imprese da parte del sistema bancario tra il 2009 ed il 2013. L'ammontare dei crediti bancari era però aumentato di 48,6 miliardi tra 2005 e 2008, quindi nell'arco del decennio il saldo e' aumentato di 15,6 miliardi, ma ha rappresentato solo il 13,4% del debito finanziario accumulato dalle imprese, salito di 115,8 miliardi grazie all'apporto delle obbligazioni e dei conferimenti delle consociate estere, che hanno emesso bond per conto dei gruppi di appartenenza. (