Per allineare il livello di occupazione femminile a quello europeo servirebbero 2,3 milioni di lavoratrici in più. Al sud siamo al 35%
© ansa
Nel 2022 in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro nella fascia d'età 15-74 anni è pari al 48,2% contro il 59,6% della media dell'Unione europea. E' quanto emerge da un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio sulle dinamiche dell'occupazione femminile, dipendente e indipendente, secondo cui il settore che tira di più è quello del terziario. Se il livello di partecipazione delle donne in Italia salisse al pari di quello europeo avremmo 2,3 milioni di occupate in più.
Dalla ricerca emerge che il gap con l'Ue per le donne è decisamente più marcato rispetto quello della partecipazione maschile (65,5% in Italia, 70,2% nell'Unione) ed è ancora più ampio al Sud, dove il tasso di partecipazione femminile è pari al 35,5%, indietro di oltre 24 punti rispetto alla media europea, contro il 55,4% del Nord.
Se si guarda alla fascia tra i 15 e i 64 anni l'occupazione delle donne in Italia secondo i dati Eurostat riferiti al 2022 è al 51,1% a fronte del 64,9% in Ue. Il tasso di attività delle donne in questa fascia di età è del 56,4% in Italia e del 69,5% nell'Ue a 27.
Secondo lo studio di Confcommercio, nel quadriennio 2019-2023, nel terziario la crescita della percentuale di donne occupate è stata più accentuata, pari al 15,8% rispetto alla percentuale complessiva della componente femminile, dipendente e indipendente, del mercato del lavoro pari al 13,3% e rispetto all'occupazione totale (uomini e donne), pari al 10,2%.
In quasi trent'anni dal 1995 al 2023 il terziario di mercato ha creato in Italia 3,4 milioni di posti di lavoro, crescendo del 30,8%, mentre tutti gli altri settori dell'economia hanno perso occupati. Di 1,85 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi quattro anni, poco più della metà sono lavoratrici e nel terziario oltre il 60% dei nuovi occupati sono donne.
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, la componente indipendente femminile è più significativa nella grande distribuzione (44,6%) e nel piccolo commercio (37,6%), nel turismo (42,3%), nelle professioni (37,2%), nei servizi alle persone (53,9%).
Sempre nell'ultimo quadriennio quasi un quarto dei 200mila imprenditori persi nel complesso dell'economia sono donne.
"Considerando l'attuale dislivello nel nostro Paese fra occupazione femminile (dipendente e autonoma) e quella maschile, è chiaro che bisogna mettere in campo azioni mirate per promuovere l'imprenditoria femminile, che rappresenta ancora solo il 22% del totale delle imprese", ha commentato Anna Lapini, presidente di Terziario Donna Confcommercio.