OGGI LA GIORNATA NAZIONALE

Italiani sempre più "spreconi" a tavola: i numeri (amari) del cibo buttato

Ogni anno buttiamo nel cestino alimenti per un totale di 140 euro a testa. E dove più si spreca aumenta la povertà alimentare.  Solo il 28% chiede al ristorante una doggy bag. Un italiano su quattro rifiuta di cucinare gli avanzi

05 Feb 2025 - 00:01
 © istockphoto

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Italiani sempre più "spreconi" a tavola.  Sale ancora la quota di cibo che si butta nella spazzatura e scende sempre di più l'attenzione alle buone pratiche. L'aumento dello spreco nelle case si accompagna anche a un accesso al cibo sempre più difficile. Proprio nelle aree dove si spreca di più cresce la povertà alimentare.

Oltre 14 miliardi di sprechi - In totale, considerando tutta la filiera, lo spreco di cibo presenta un conto salato di 14,1 miliardi di euro per 4,5 milioni di tonnellate di prodotti. A testa il conto sfiora i 140 euro l'anno (139,71) contro i 126 euro di un anno fa. Ma a preoccupare è il segnale negativo che arriva dalle nostre case con un costo di 8,2 miliardi di euro sul totale del costo dello spreco di filiera. Questa la fotografia scattata nel rapporto 'Il caso Italia 2025' dell'Osservatorio Waste Watcher International, elaborazione Ipsos/università di Bologna, nel giorno della 12esima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare fondata dalla campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero.  Giornata che lancia il countdown verso l'obiettivo Onu 2030 di dimezzare lo sperpero di cibo rispetto ai 737,4 grammi settimanali registrati dieci anni fa al momento dell'adozione dell'Agenda delle Nazioni Unite.

"Questo significa - spiega il direttore scientifico Waste Watcher e della Giornata, di cui è ideatore, Andrea Segrè - che per arrivare all'obiettivo, al 2030 lo spreco dovrà attestarsi a 369,7 grammi settimanali a testa. Per fare questo dobbiamo tutti tagliare, ogni anno, da qui al 2029, circa 50 grammi di cibo a settimana". Ossia un quarto di mela in meno nel bidone ogni settimana, o un quarto di bicchiere di latte in meno gettato negli scarichi, o una rosetta di pane in meno nell'umido.

La classifica dei cibi più sprecati - In testa si collocano la frutta fresca (24,3 grammi settimanali) e il pane (21,2), che hanno superato verdure (20,5), insalata (19,4), cipolle, aglio e tuberi.

E dove si spreca di più cresce la povertà alimentare - E se da una parte si spreca, dall'altra si allontana l'accesso al cibo sano e sostenibile: l'indice Fies di insicurezza alimentare 2025 sale al 13,95%. L'impoverimento alimentare colpisce soprattutto al Sud (+ 17%) e al Centro (+15%), le stesse aree dove si spreca più cibo nelle case. A sorpresa sprecano soprattutto le fasce sociali più deboli,  ma si butta anche tanto nei piccoli centri e nelle famiglie senza figli.

Buone e cattive abitudini  - Per le buone pratiche, il coordinatore del rapporto, Luca Falasconi, docente dell'Università di Bologna, invita a scaricare l'app dello Sprecometro: "L'obiettivo è ambizioso ma ogni piccola azione conta", dice. Per quanto riguarda le abitudini, in Italia l'86% dichiara di avere a cuore e prestare molta o parecchia attenzione al cibo e alla sua preparazione in cucina, anche quando il tempo scarseggia ma solo uno su dieci dona il cibo cucinato in eccesso a parenti o amici. Solo il 28% chiede al ristorante una doggy bag e ben il 14% confessa di sprecare cibo quasi ogni giorno.

Frutta e verdura spesso sono conservate in frigo e quando si portano a casa vanno a male, per il 38% degli intervistati; oppure ci si dimentica del prodotto acquistato e si fa scadere (34%), pesano anche le troppe offerte e il rifiuto degli avanzi. Infine uno su tre ammette anche di non pensare al rischio dello spreco, e dimenticarsene. Per il 23% la prevenzione degli sprechi richiede troppo tempo, ma c'è anche un 45% che è disponibile a congelare i cibi che non si possono mangiare a breve e il 40% a utilizzare il cibo appena scaduto, se ancora buono.

Il consigli dello chef  - "Bisogna assolutamente educare in senso lato le persone a trattare bene il cibo. Invece di riempire il frigorifero oppure le ante di materia prima, c'è bisogno assolutamente di andare a fare la spesa quando c'è bisogno di fare la spesa". Lo ha detto Filippo La Mantia, oste e cuoco e ambasciatore di Buone Pratiche Campagna Spreco Zero 2025, a margine della presentazione del rapporto. "Io ho avuto l'insegnamento dai miei nonni che il pane non si butta - ha aggiunto - e col pane duro ci fai almeno sei piatti differenti. Quindi bisogna capire da dove parte questa corsa allo spreco alimentare: forse lo stile di vita si è mischiato al bisogno estetico di avere per forza delle cose a casa. Servirebbe tuttavia maggior rispetto per il contadino che magari ha creato quel prodotto agricolo, senza poi buttarlo perché c'è una macchiolina", ha concluso. 

Il ricettario anti-spreco - Un libro di ricette con 53 idee Svuota-frigo e di recupero per ridurre gli scarti alimentari casalinghi. La sua pubblicazione, sul sito Torino Vivibile, è un'iniziativa promossa per la giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare dalla Città che aveva lanciato un concorso fra i dipendenti comunali invitandoli a inviare le loro proposte di piatti di recupero. "Ridurre lo spreco parte dalla capacità di vedere una risorsa in ciò che verrebbe altrimenti considerato uno scarto - dice l'assessora alle Politiche per l'Ambiente e alla Transizione Ecologica, Chiara Foglietta - e queste ricette rappresentano un utile e prezioso alleato per far sì che gli ingredienti rimasti nel frigorifero possano trovare una seconda vita".

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