Gli italiani e i negozi in città
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La presenza di attività commerciali nelle vicinanze fa aumentare il valore degli immobili: +20%. Questi esercizi stanno scomparendo secondo il 43% degli abitanti al Nord e il 31% al Sud
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Gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più negozi: per l'88% la presenza di esercizi commerciali è determinante nella scelta del posto dove abitare: solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità. Lo rivela un'indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Swg, nell'ambito del progetto "Cities" che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città italiane.
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Molto significativi anche gli effetti della presenza degli esercizi commerciali sui valori immobiliari: uno stesso immobile potrebbe vedere crescere il proprio valore almeno del 20% quando collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità mentre in un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale potrebbe perderne il 15%, con un differenziale complessivo, quindi, di oltre un terzo.
Alle attività economiche di prossimità viene anche riconosciuto un alto valore sociale: per quasi i due terzi delle persone (64%) rappresentano soprattutto un'occasione di incontro che rafforza l'appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili (59%), un presidio di sicurezza (57%), una garanzia di cura dello spazio pubblico (54%) e un facilitatore dell'integrazione (49%). Quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64%) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all'abitazione. Per abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) e prodotti di elettronica (53%) i centri commerciali e le grandi strutture distributive (megastore, outlet, ecc.) diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città, dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto tra il 2% e il 5%.
Uno dei motivi delle scelte di acquisto al di fuori del proprio quartiere deriva dall'avanzamento della desertificazione commerciale, ovvero dal calo o addirittura dalla totale assenza di negozi tradizionali vicino alla propria abitazione. Rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42%), solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43% delle persone.
La percezione dell'avanzamento della desertificazione porta con sè un forte sentimento negativo che spinge un italiano su cinque (22%) addirittura a ipotizzare di cambiare abitazione nel caso in cui il fenomeno dovesse acuirsi nella zona in cui abita; l'83% dichiara di provare un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi nelle strade della propria città e il 74% ritiene che tale fenomeno incida negativamente sulla qualità di vita nella zona di residenza. Forte è la consapevolezza della difficoltà di una loro riapertura: il 56% delle persone sostiene che difficilmente un negozio chiuso nel proprio quartiere verrà sostituito da un altro.
I cittadini che percepiscono nel proprio quartiere fenomeni generali di desertificazione si equivalgono con coloro che rilevano una crescita delle attività (39%): se al Nord i processi di desertificazione sono segnalati dal 43% degli abitanti, al Sud questo avviene per il 31%. Le chiusure sono maggiormente percepite nelle città tra 100 e 250mila abitanti, meno in quelle tra 30 e 100 mila. Diversa è anche la percezione del fenomeno tra chi vive nei grandi e nei piccoli centri: per i primi desertificazione è sinonimo di aumento del degrado urbano, riduzione della qualità della vita e riduzione della sicurezza, per i secondi sta a indicare prevalentemente riduzione delle occasioni di lavoro, aumento del rischio di spopolamento e riduzione delle occasioni di socialità. A livello geografico, al Nord emergono con particolare forza i timori per un aumento del degrado e per il rischio di esclusione degli anziani, mentre al Sud prevalgono le preoccupazioni per i riflessi occupazionali e i rischi di spopolamento.
"Anche nell'era digitale, i negozi di vicinato sono insostituibili: rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure. È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare l'innovazione e sostenere la riqualificazione urbana, attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei": così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.