Per il 2016 si prevede un rallentamento della crescita del fatturato. Nel biennio 2017-2018 bene domanda estera e consumi interni
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Le tabelle che periodicamente accompagnano le rilevazioni dell’Istat mostrano un andamento piuttosto altalenante per l’indice che misura la fiducia delle imprese manifatturiere. È vero che l’ultimo mese considerato ha riportato una crescita, ma è anche vero che dall’inizio dell’anno, in parecchie mensilità, l’indice ha dimostrato un certo livello d’incertezza per il settore.
Non è capitato di rado, infatti, osservare peggioramenti nei giudizi sugli ordini (a febbraio, aprile, maggio e agosto) o nei livelli di produzione (a gennaio, marzo, maggio e agosto) come anche nelle attese, a dimostrazione di come, nonostante un miglioramento dei risultati generali, la debolezza dei consumi interni e gli scenari internazionali (quindi la domanda estera) si facciano ancora sentire.
Secondo una recente analisi di Prometeia e Intesa San Paolo, l’industria manifatturiera chiuderà il 2016 con una crescita del fatturato dell’1,2%, riportando un aumento inferiore di circa sette miliardi di euro rispetto alle stime precedenti e rallentando rispetto al +2,7% registrato al termine del 2015. Rispetto allo scorso anno si registra, infatti, un rallentamento sia della domanda interna (dal +2,6% al +1,6%) che delle esportazioni (dal +1,1% al +0,9%).
Osservando i comparti emerge una buona spinta dell’Automotive e del largo consumo, mentre la meccanica, la moda, gli elettrodomestici, i prodotti in metallo e gli intermedi chimici si mostrano in calo.
Speranze per il settore giungono comunque dalle stime per il prossimo biennio. L’analisi indica infatti una un crescita delle esportazioni del 2,2% per il prossimo anno e del 2,6% per il 2018. Per quanto riguarda invece la domanda interna, si prevede un +1,5% per il 2017 e un +1,6% per l’anno seguente. Risultati che potrebbero comportare una crescita del fatturato di 1,4 punti percentuali per il 2017 e di 1,6 punti per il seguente