La Banca d'Italia osserva che a sostenerla è stata principalmente la ripresa dei consumi interni
Il 2016 è stato un anno positivo per molte delle imprese italiane – la ripresa della domanda interna ne ha sostenuto l'attività –, anche se nel corso degli ultimi mesi, complice le incertezze che caratterizzano il quadro economico globale, il clima di fiducia degli imprenditori è leggermente peggiorato rispetto alla fine del 2015.
Secondo il Sondtel, il sondaggio congiunturale della Banca d'Italia sulle imprese che impiegano almeno 20 addetti, le imprese industriali e dei servizi privati non finanziari segnalano un ulteriore aumento delle vendite nei primi nove mesi del 2016, che conferma la crescita iniziata l'anno precedente.
Esistono delle differenze tra le diverse aree del Paese, naturalmente: le regioni centro-settentrionali sono state caratterizzate da un maggiore dinamismo del comparto industriale, mentre nel Mezzogiorno si è registrato un migliore andamento dei servizi che hanno beneficiato dell'aumento delle presenze turistiche.
Un incremento in parte dovuto alle crescenti tensioni geo-politiche che hanno caratterizzato l'area mediterranea e spinto verso le regioni meridionali italiane una porzione consistente dei flussi turistici tradizionalmente indirizzati verso i Paesi dell'Africa settentrionale e Mediterranea (Egitto, Libia, Tunisia…).
Nel confronto con le concorrenti del Centro-Nord, le imprese meridionali sono penalizzate da alcuni svantaggi di natura strutturale: la Banca d'Italia ne elenca diversi (una produttività del lavoro, un maggior grado di indebitamento e un contesto istituzionale e socio-economico meno idoneo alla proiezione sui mercati esteri).
Questo non ha impedito comunque all'export dal Mezzogiorno di crescere, trainato dalla componente dei mezzi di trasporto, in misura più consistente rispetto al resto del Paese: l'ISTAT rileva che, nei primi nove mesi del 2016, il lieve aumento tendenziale dell'export nazionale (+0,5%) è sintesi dell'aumento registrato per le regioni delle aree meridionale (+10,6%), nord-orientale e centrale (+1,5% entrambe) e del calo delle aree insulare (-21,3%) e nord-occidentale (-0,8%).
Ma a sostenere l'attività d'impresa è stata principalmente la domanda interna, sottolinea la Banca d'Italia: l'indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere dell'ISTAT – l'analisi considera le imprese di tutte le classi dimensionali – rivela che le valutazioni sul livello degli ordini a novembre 2016 sono rimaste sostanzialmente stabili sui livelli di inizio 2015 sia nel Centro-Nord che nel Mezzogiorno.
In particolare, beneficiando anche della ripresa dei consumi nazionali, al Centro Nord i giudizi riferiti alla domanda interna hanno raggiunto quelli esteri, che erano stati sempre più elevati tra il 2011 e il 2014. A partire da settembre, però, il clima di fiducia ha subìto un peggioramento. Solo a dicembre l'indice composito del clima di fiducia delle imprese è sceso da 101,4 a 100,3, anche se l'ISTAT rileva delle differenze sostanziali tra i diversi settori: il clima di fiducia è peggiorato nei servizi e nelle costruzioni, mentre è migliorato nella manifattura e nel commercio al dettaglio.