Timidi segnali di ripresa

L'andamento tra alti e bassi del mercato immobiliare

Tra luglio e settembre il totale delle compravendite è aumentato del 3,6% su base annua

08 Gen 2015 - 16:25
 © ansa

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Una ripresa vera e propria è forse ancora lontana. Dal 2006 ad oggi, il mercato immobiliare italiano vive infatti in uno stato di perdurante difficoltà. Eppure alcuni segnali registrati recentemente (nel terzo trimestre il numero degli immobili compravenduti è aumentato mentre il prezzo delle abitazioni acquistate è diminuito) lasciano comunque ben sperare.

Nel terzo trimestre del 2014 i prezzi delle abitazioni acquistate, sia per fini abitativi sia per investimenti, sono calati dello 0,5% su base trimestrale (la riduzione più contenuta dal quarto trimestre del 2011, fa notare l'ISTAT) e del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il calo, spiega l'Istituto di statistica, dipende esclusivamente dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,7%). Mentre per le abitazioni nuove si registra un aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente (+0,7%): il primo dopo due anni.

L'ISTAT ha quindi certificato, seppur attraverso dati ancora provvisori, una riduzione dei prezzi che, rendendo più conveniente l'acquisto degli immobili, potrebbe aver in parte incentivato la recente crescita registrata dall'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate: tra luglio e settembre, il totale delle compravendite è infatti aumentato del 3,6% su base annua. Dal terzo trimestre del 2006, fa notare comunque l'Agenzia delle Entrate, è in atto un prolungato "andamento mediamente negativo" del mercato degli immobili.

Inciso: i dati riferiti dall'Agenzia delle Entrate potrebbero differire da quelli dell'ISTAT. Il motivo? Nel fornire un bilancio complessivo sullo stato di salute del mercato immobiliare, l'Istituto di statistica nazionale prende in considerazione il numero di convenzioni contenute negli atti notarili, che pertanto possono riguardare una o più unità immobiliari.

Complessivamente il mercato immobiliare italiano vive quindi momenti difficili. Eppure il 2014 potrebbe rappresentare l'anno di svolta, secondo l'istituto di ricerca Nomisma: a livello nazionale, gli scambi di abitazioni dovrebbero infatti crescere del 3,7%. Un dato (positivo) eppure lontano dalle precedenti "inversioni cicliche" registrate nel 1985 (+17%) e nel 1997 (+9%).

A cosa dobbiamo così tante difficoltà? Secondo la Banca d'Italia, IMU e TASI potrebbero aver inciso negativamente sulla scelta se acquistare o meno un'immobile.

L'andamento del mercato immobiliare, sostiene infatti via Nazionale nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, potrebbe essere stato influenzato dai rischi legati alla normativa fiscale, modificata in più occasioni nel corso degli ultimi anni e che ha richiesto agli italiani un esborso maggiore rispetto al passato: secondo l'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) le imposte sulla casa sono infatti cresciute, passando dai 9 miliardi di euro dell'ICI del 2011 ai 24 miliardi di IMU-TASI del 2014.

Inoltre, la persistente stagnazione del mercato immobiliare si ripercuote anche sul settore edile: dall'inizio della crisi economica ad oggi, sono andati persi 64 miliardi di euro in investimenti mentre sono stati bruciati ben 552 mila posti di lavoro e che, sempre secondo l'ANCE, diventano 790 mila se si considerano anche i settori collegati alle costruzioni. Infine, 16 mila sono state le aziende costrette a chiudere i battenti.

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