La moneta unica è arrivata a valere 0,9998. Ad aumentare la pressione è il dato dell'inflazione americana al 9,1%
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L'euro scende sotto la parità nei confronti del dollaro per la prima volta dal 2002, cioè dalla sua introduzione due decenni fa. La moneta unica è arrivata a valere 0,9998, per poi ritornare sopra il dollaro restando comunque debole. Ad aumentare la pressione sull'euro è il dato dell'inflazione americana al 9,1%, lasciando intravedere una Fed aggressiva e pronta ad alzare i tassi di un ulteriore 0,75% alla prossima riunione.
"Bene rifugio" - Una Fed aggressiva, e pronta, come detto ad alzare i tassi, insieme a prospettive economiche europee deboli e alla crisi energetica nel Vecchio Continente, rendono il dollaro più attraente e ne confermano lo status di "bene rifugio".
Il dollaro - Il dollaro dunque torna a testare la parità sull'euro dopo il dato sui prezzi al consumo americani, cresciuti a giugno ben oltre le attese al ritmo del 9,1% annuo, massimo dal 1981. Il biglietto verde ha toccato nuovamente quota 1,0000 per euro per poi restare poco al di sotto, a 1,0003 per euro, in calo dello 0,33% su ieri.
Vantaggi e svantaggi del deprezzamento dell'euro - Quali sono i motivi dell’indebolimento della moneta europea? Sicuramente la crisi energetica, che diventa sempre più pesante per il Vecchio Continente aumentando i timori di una possibile recessione. In ogni caso, il deprezzamento della moneta unica ha vantaggi e svantaggi. Se da un lato, infatti può essere un incentivo per i turisti stranieri e per le industrie italiane esportatrici (che possono vendere nel mercato americano a prezzi inferiori e realizzare maggiori profitti), dall’altro questo significa anche aumento del prezzo delle materie prime, da sempre commerciate in dollari, che rischia di aumentare i costi di produzione.