Il comparto chimico è tra i settori che hanno saputo reagire meglio alle difficoltà della crisi economica
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I risultati del settore chimico italiano, destinato – secondo le previsioni di Federchimica – a chiudere il 2015 in crescita, offrono un'ulteriore conferma alla tesi secondo cui l'innovazione risulta determinante nella crescita delle imprese.
Secondo Federchimica, la Federazione Nazionale dell'Industria Chimica, il settore – grazie all'innovazione, alla specializzazione, l'internazionalizzazione e al rafforzamento delle attività più avanzate e di qualità delle sue imprese – dovrebbe chiudere il 2015 in crescita dell'1,5% in più rispetto all'anno precedente. Una volta confermata, si tratterà di una buona notizia per un comparto che, stando ai dati contenuti nel rapporto l'Industria chimica in Italia di Federchimica, rappresenta circa il 6% dell'intero fatturato dell'industria manifatturiera nazionale ed è il quarto esportatore italiano dopo meccanica, metallurgia ed alimentare.
Quello pronosticato da Federchimica è un risultato (finalmente) positivo per un settore che non è stato immune agli effetti della crisi economica: producendo un bene intermedio, la chimica è strettamente connessa al resto dell'industria. Quella stessa industria che ha vissuto momenti difficilissimi, a partire proprio dal 2007.
Comunque il comparto chimico ha reagito meglio di altri: nel periodo compreso tra il 2007 e il 2012, infatti, il settore ha perso il 10% dei posti di lavoro (contro il 16% dell'intero comparto manifatturiero) mentre il valore aggiunto è crollato del 7,2% (contro la media manifatturiera del 14,6%).
La caduta della domanda interna, che nel 2015 dovrebbe mostrare timidi segnali di ripresa, non ha avuto effetti determinanti sul settore. Il motivo? A partire dai primi anni duemila, l'industria chimica ha intrapreso un percorso fondato sull'orientamento verso i mercati esteri e una spiccata propensione verso la ricerca e l'innovazione. Scelte vincenti (secondo l'Istat, ad esempio, l'83% del fatturato complessivo della chimica italiana è riconducibile alle imprese innovative) e che hanno consentito alle aziende italiane di rimanere altamente competitive, nonostante la crisi economica e nonostante la presenza di alcuni fattori – come il costo dell'energia, i ritardi nelle autorizzazioni, l'incertezza nell'applicazione delle normative – che, secondo Federchimica, rischiano di vanificarne gli sforzi.