Riforme rallentate, incertezza politica e investimenti pubblici: il pericolo è che Bruxelles faccia partire tre diversi procedimenti
La Commissione europea pubblica un rapporto con cui dà all'Italia due mesi di tempo, fino alla fine di aprile, per una Manovra che corregga lo 0,2% del Pil. In caso contrario, è pronta ad aprire la procedura di infrazione per deficit eccessivo nella prima riunione di maggio. Per il ministro Padoan la correzione si farà e non si corre alcun rischio. Secondo Bruxelles, la nostra situazione economica potrebbe comportare "rischi" anche per gli altri Paesi.
Dalle analisi della Commissione sul nostro Paese sono emersi alto debito e bassa produttività in un contesto di difficoltà per le banche e alta disoccupazione. L'Italia, secondo il rapporto, "presenta eccessivi squilibri" che implicano "rischi con rilevanza transfrontaliera in prospettiva, in un contesto di alti non-performing loans e disoccupazione".
"Riforme rallentate" - Se la manovra correttiva non verrà effettuata entro il 30 aprile, la procedura di infrazione sarà inevitabile e verrà aperta alla prima occasione possibile, cioè in seno al primo collegio dei commissari di maggio. Ci sarà anche un secondo messaggio: le riforme stanno rallentando proprio a causa della situazione interna.
Rischiamo tre procedure - Il pericolo per il nostro Paese è che Bruxelles apra non una, ma ben tre procedure. Non solo per il debito sui conti 2017, ma anche su quelli del 2016 e, guardando alle riforme, per gli squilibri macroeconomici eccessivi. Il primo e più evidente rischio è quello per debito, che potrebbe scattare a maggio in base ai conti 2017. Il secondo, relativo al rapporto sul debito, riguarda i conti del 2016, sui quali si potrebbe aprire una procedura ex post se, per esempio, le cifre che arrivano dagli investimenti pubblici si rivelassero inferiori al previsto. Infine, c'è il terzo rischio, quello della procedura per squilibri macroeconomici eccessivi, nel caso in cui il piano nazionale di riforme, che sarà valutato a maggio, non sarà convincente.
Incertezza interna - Il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, che ha incontrato i commissari Moscovici e Dombrovskis nella due giorni di riunioni a Bruxelles, ribadisce che il governo ha dato la sua parola e che quindi lo sforzo da 0,2% "si farà". Ma sui tempi non c'è certezza: pesa la situazione che si è creata nel Pd, azionista di maggioranza del governo, poco disposto ad avallare manovre in un clima di incertezza pre-elettorale.
Il "Winter package" - Il documento "promesso" da Bruxelles si intitola "Winter package" ed è parte del processo di supervisione dei bilanci chiamato "Semestre europeo". Questo a sua volta comprende un "Rapporto Paese" sullo stato delle economie e un'analisi approfondita sugli squilibri macroeconomici e le correzioni messe in campo. In più, soltanto per l'Italia, sarà pubblicato anche il "rapporto 126.3", dal nome dell'articolo del Trattato che indica le conseguenze per i Paesi che non rispettano la "regola del debito".
Il documento che riguarda l'Italia - L'avvertimento della Commissione è contenuto proprio nel "rapporto 126.3", che descrive l'ampiezza della deviazione dei conti dagli obiettivi concordati, guardando in particolare al saldo strutturale. Il deficit strutturale, dal 2015, è peggiorato sempre di più nonostante i margini di flessibilità concessi, grazie ai quali "l'Italia può spendere 19 miliardi di euro in più", ha ricordato il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.