I turisti stranieri restano attratti dal nostro Paese, ma cala la domanda interna
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Il turismo, che in Italia è da sempre un punto di forza con il patrimonio artistico e culturale di cui possiamo farci vanto nel mondo, in realtà non se la passa più tanto bene. Non perché manchino i turisti stranieri, anzi, ma perché continua, inesorabilmente, a contrarsi la domanda interna.
I quattro mesi estivi sono l'esempio dell'attuale quadro turistico italiano. Il saldo tra giugno e settembre è stato positivo di appena 0,1 punti percentuali, e questo grazie al +0,9% registrato dalla presenza di stranieri negli esercizi ricettivi italiani. A rallentare il dato è infatti stato il calo dello 0,6% riportato dalla domanda interna: stessa dinamica registrata nei primi sei mesi dell'anno.
Anche a settembre è stata registrata la medesima performance, negativa per il turismo italiano e positiva per quello straniero. In particolare nel nono mese dell'anno le presenze straniere negli alberghi italiani sono cresciute del 2% rispetto a un anno fa, mentre la domanda interna ha perso un altro 0,9%.
Il risultato? Un calo pesante del fatturato alberghiero che, conseguenza anche del calo dei prezzi dell'1,3% ad agosto e del 2,4% a settembre (come ricorda l'Istat), ha fatto arretrare gli introiti ai livelli del 2008.
L'importanza del turismo straniero può essere riassunta nei numeri relativi al primo semestre: secondo l'Osservatorio Federturismo, i 35,6 milioni di stranieri arrivati in Italia, il 2% in più rispetto allo stesso semestre del 2013, hanno generato un giro d'affari di 14,7 miliardi di euro.
Il turismo in generale, nel corso del 2013, nonostante una flessione dell'1,6% rispetto al 2012, ha comunque dato il suo notevole contribuito all'economia italiana. In cifre si parla di 159,6 miliardi di euro, pari al 10,3% del Pil. Non solo, nel 2013, in maniera diretta e non, il comparto turistico ha generato circa 2,6 milioni di posti di lavoro: l'11,6% del totale degli occupati. Migliori le attese per il 2014: Il World Travel and Tourism Council stima una crescita del 2,1% del valore economico (meno comunque di quanto previsto per la media europea e globale: +2,9% e +4,3%), che dovrebbe arrivare a toccare i 163 miliardi di euro, con gli occupati nel settore che dovrebbero crescere dell'1,3% (+1,6% in Europa e +2,5% a livello mondiale).
Nel 2014, quindi, le stime prevedono un rallentamento del comparto turistico, ma soltanto un anno fa il suo valore era superiore alla media europea e globale. In Europa infatti il comparto turistico vale mediamente l'8,7% del Pil e l'8,5% dei posti di lavoro, a livello globale invece si ferma al 9,5% e all'8,9%.
Oltre alla crisi economica e a tutto ciò che ne deriva, un contributo negativo è stato dato anche dal maltempo e dall'incuria del territorio. In particolare quest'ultima è costata, a oltre cinquemila imprese ricettive, il 36% del giro d'affari negli ultimi quattro anni. Le ricadute del dissesto idrogeologico e ambientale, registrate dall'Osservatorio nazionale del Turismo di Unioncamere, sono contabilizzabili in un calo medio del 16,3% degli incassi. Le cause principali dell'andamento negativo risultano essere le frane e le alluvioni, nel 68,5% dei casi; l'inquinamento ambientale, nel 15,1%; e i terremoti, nel 6,5%.