Secondo i più recenti dati dell'Eurostat solo due studenti su dieci delle discipline legate all'Information and comunication technology è di sesso femminile
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Come in molti settori, anche in quello innovativo dell’Information and comunication technology (ICT), c’è una forte disparità di genere. Secondo gli ultimi dati dell’Eurostat, ad esempio, solo il 17% degli studenti impegnati in percorsi accademici di questo tipo è di sesso femminile.
Secondo l’ultimo resoconto dell’isituto europeo d statistica, intitolato Girls and women under-represented in ICT, degli oltre 1,4 milioni di europei che studiano discipline legate all’ICT meno di due su dieci sono donne, appunto il 17,2%. Una percentuale che in Italia scende al 14,1% contro il 34,4% della Bulgaria, il 32,8 del Belgio e il 31,2% della Grecia. Meglio di noi e della media dell’Unione europea fanno anche il Regno Unito, con una quota del 20,5%, e la Germania, con il 17,4%, mentre Francia e Spagna presentano rispettivamente quote del 14,3% e del 13,2%.
Anche per quanto riguarda l’occupazione dopo il percorso di studi il settore dell’ICT non sembra a portata di donna. Secondo lo studio Women active in the ICT sector, solo il 30% della forza lavoro del settore è costituito da donne, una percentuale che a livello globale, secondo l’Ocse, scenderebbe al 20% (alcuni studi indicano per l’Italia una quota ancor più bassa).
Ma la disparità di genere non è una prerogativa solo dei settori legati alla tecnologia. Secondo uno studio di McKinsey mentre le donne rappresentano la metà (il 50%) della popolazione in età da lavoro, esse generano soltanto il 37% del prodotto interno lordo. Stando allo studio se il tasso di occupazione femminile si livellasse con quello maschile, il Pil mondiale annuo aumenterebbe di circa 28 mila miliardi nel 2025.