La banca centrale americana ha rimandato l'aumento dei tassi di interesse a dicembre, lasciandoli invariati tra l'1% e l'1,25%, ma dal prossimo mese acquisterà meno titoli di Stato
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L’outlook economico statunitense, nonostante i progressi, rimane ancora incerto. Per questo, come previsto dal mercato, la presidente della Federal Reserve (la Banca centrale statunitense) Janet Yellen ha deciso di rimandare, probabilmente a dicembre, il terzo rialzo dei tassi d’interesse, che rimangono quindi compresi sui livelli stabiliti a giugno, ovvero tra l’1% e l’1,25%.
Nel corso della conferenza stampa la numero uno della Fed ha inoltre ribadito che la strategia per un allentamento della politica monetaria espansiva rimane a tutt’oggi invariata, quindi non prefissata, ma in evoluzione insieme all’andamento della congiuntura economica del paese.
Tuttavia, la Yellen ha spiegato dell’intenzione di voler procedere con la riduzione di dieci miliardi al mese, a partire da ottobre, della somma destinata agli acquisti di bond. Il taglio del Quantitative easing prenderà quindi il via dal prossimo mese.
Il nodo cruciale della questione rimane l’inflazione. Come nell’Eurozona l’indice dei prezzi al consumo rimane ancora al di sotto dei livelli auspicati. Secondo le stime, infatti, al termine del 2017 l’inflazione statunitense si attesterà all’1,6%, previsione invariata rispetto alle precedenti, mentre quella di fondo è stata rivista al ribasso dal +1,7% al +1,5%. Nel 2018 l’inflazione core dovrebbe attestarsi al 2%.
Per quanto riguarda invece il Pil, la Fed si aspetta una crescita del 2,4% nel 2017 (contro il 2,2% ipotizzato a giugno), del 2,1% nel 2018 (dato invariato) e del +1,9% per l’anno seguente. A giugno le stime per il 2019 indicavano un aumento del Pil del 2%.
Ancora segnali positivi da un mercato del lavoro già di per sé molto in salute: il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 4,1% sia il prossimo anno che quello a seguire, mentre a giungo le previsioni indicavano un 4,2%.