Il presidente di ManpowerGroup Italia Stefano Scabbio: "Siamo nel bel mezzo della Quarta Rivoluzione Industriale e oggi più che mai il successo di ogni realtà organizzativa si fonda sulle competenze del fattore umano"
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Nata due anni fa a Milano, e in contemporanea lanciata a Madrid, con l'obiettivo di mettere insieme imprese e persone che credono nella centralità del talento e che vogliono condividere le metodologie e le competenze possedete, la Human Age Institute Foundation di ManpowerGroup Italia presenterà martedì alle 17 presso l'Auditorium di ManpowerGroup Italia il programma delle iniziative per il 2016.
L'evento di martedì è il primo appuntamento di quest'anno, con il quale verrà presentato il libro "Il Segreto del Talento" (Garzanti) di Sandro Catani, in compagnia di Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden ed Eliana Guerra, produttrice di X Factor. Tra gli ospiti del secondo panel ci sarà poi Enrica Arena, co-founder di Orange Fiber (startup che sviluppa tessuti e filati sostenibili e innovativi dagli agrumi) appena nominata vincitrice della Global Change Award 2015.
In programma per il 2016 c'è la realizzazione dell'HAI TALENT HACKATHON, un format con cui affrontare le sfide delle aziende in ambito HR facendo collaborare talenti, innovatori e manager. Nel corso dell'anno si terranno mensilmente gli HAI TALENT TALKS, una serie di workshop di cui saranno protagonisti i Talent Leader, Ambasciatori della cultura del talento, per discutere e confrontarsi su HR, innovazione, management.
L'anno si concluderà infine con un grande evento: gli HAI TALENT AWARDS, con l'obiettivo di premiare coloro che hanno rappresentato al meglio il talento, per il suo riconoscimento e la sua valorizzazione.
L'intervista a tefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ed Europa Orientale di ManpowerGroup e Presidente della Fondazione HAI.
Dalla sua prospettiva, cosa pensa del Talento?
E' necessario partire da una premessa: siamo nel bel mezzo della Quarta Rivoluzione Industriale e oggi più che mai il successo di ogni realtà organizzativa si fonda sulle competenze del fattore umano. È importante concentrarsi sulle persone, perché in funzione delle loro capacità e attitudini, si ottiene una performance diversa. Il Talento passa da qui: è la spinta a misurare la normalità, a produrre risultati eccellenti. Alzando sempre più l'asticella.
Quale è l'obiettivo della Human Age Institute?
Si parla molto di Talento, ma ad oggi non disponiamo di metodologie condivise che consentano di definire, individuare e misurare un talento. Da qui nasce il contributo della Human Age Institute, con l'obiettivo di mettere insieme imprese e persone che credono nella centralità del talento e che vogliono condividere le metodologie e le competenze possedute. Un patrimonio collettivo che si può condividere grazie alla Rete.
Che caratteristiche hanno i talenti?
Innanzitutto hanno la visione di quello che vogliono realizzare, un sogno, e vogliono perseguirlo con passione. E HAI in questo vuole dare un contributo ai giovani e alla società. La Human Age Institute può essere definita un sogno sociale.
Altre competenze raccomandabili?
Il cosiddetto framing: per coltivare un sogno bisogna prima crearsene un'immagine nella mente, un frame appunto, e poi avere la capacità di esplicitarlo passo dopo passo. Anche questa è una competenza, e si può imparare. Dovrebbe far parte dei programmi della nostra scuola secondaria, come accade in altri Paesi. Altra caratteristica è la resilienza: non bisogna mai abbattersi di fronte ai fallimenti, bisogna anzi analizzarne la cause e accettarli, specie quelli piccoli, per poi reagire e andare avanti.
Ultima domanda. La Quarta rivoluzione industriale – che citava - secondo alcuni porterà alla perdita di posti di lavoro dovuta all'automazione del lavoro stesso…
Di questo timore si è discusso lungamente durante l'ultimo World Economic Forum di Davos. A mio parere, la rivoluzione alla quale stiamo assistendo porterà anche alla creazione di nuovi. La rivoluzione industriale è un'opportunità di fronte alla quale non possiamo farci trovare impreparati. Le aziende devono trovare modi nuovi di far apprendere nuove competenze ai propri dipendenti, specie quelle digitali, da un lato per aiutarli a rimanere sempre aggiornati, dall'altro per beneficiare del fatto stesso che la propria forza lavoro ha sviluppato delle skills moderne. Senza dimenticare l'importanza sempre maggiore che acquisteranno le soft skills: le cosiddette “competenze della vita” assumeranno sempre più rilievo e faranno davvero la differenza in un mondo in cui molte mansioni – specie quelle low skilled - e molti ruoli verranno sostituiti da robot. Va da sè che prima ancora si dovrebbe lavorare sul lato culturale: il sistema educativo come lo conosciamo oggi, in cui le persone vanno a scuola e all'università e credono che il loro percorso formativo sia finito qui, è quanto di più sbagliato si possa pensare. Noi come ManpowerGroup non stiamo solo osservando questa trasformazione, effetto della Quarta Rivoluzione Industriale, ma vogliamo prenderne parte in modo attivo, cogliendo tutte le opportunità della Human Age 2.0.