Tra il 2007 e il 2015 è lievemente cresciuto il divario tra il Mezzogiorno e il Centro Nord del Paese
La produttività del lavoro rappresenta un cruccio permanente per l'economia italiana. Semmai la crisi economica ha contribuito ad aumentare, seppure non in modo così consistente, le differenze territoriali.
In uno dei suoi ultimi dossier, la Banca d'Italia osserva che tra il 2007 e il 2015 il divario di produttività del lavoro, calcolata come rapporto fra valore aggiunto e occupati, tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord del Paese è “lievemente” aumentato: nel 2015 la produttività delle regioni meridionali era più bassa del 22,6% rispetto a quella rilevata nel Centro-Nord (nel 2007 la differenza era del 21,9%).
Secondo i Conti economici territoriali dell'ISTAT, infatti, tra il 2007 e il 2015 il valore aggiunto complessivo si è ridotto più intensamente del numero di occupati in entrambe le aree del Paese. La produttività del lavoro non varia soltanto da regione a regione, però: esistono differenze sensibili anche tra i diversi comparti (industria in senso stretto, costruzioni e servizi).
La Banca d'Italia osserva che nell'industria in senso stretto, al Centro Nord, la produttività del lavoro ha recuperato velocemente la caduta del 2009 tornando su valori superiori a quelli precedenti la crisi economica. Le cose sono andate diversamente nel Mezzogiorno, dove il recupero post-2009 “è stato alquanto debole”.
Tra il 2007 e il 2015 si è registrata così “una caduta cumulata” del 10,7% che ha determinato un incremento del divario di produttività tra le aree del Paese al 28,6%. Secondo la Banca d'Italia, queste dinamiche sono state in parte influenzate da un aumento più pronunciato dell'efficienza allocativa – l'efficienza allocativa misura la capacità di un sistema economico di convogliare risorse verso le imprese più efficienti – del Centro Nord rispetto al Mezzogiorno.
Nei servizi il calo della produttività registrato nelle regioni centro-settentrionali è stato più consistente rispetto a quello rilevato nel meridione, specialmente in virtù della maggiore tenuta dei livelli occupazionali al Centro Nord – in questo caso, la produttività del lavoro è misurata dal rapporto aggiunto e occupati –, determinando una diminuzione del divario al 22%.
Lo stesso vale anche per il settore delle costruzioni. Al Mezzogiorno la caduta del valore aggiunto per addetto è stata inferiore di un terzo rispetto a quella rilevata nel Centro Nord del Paese, determinando una riduzione del differenziale di produttività al 18,4%.