Tra il 2008 ed il 2015 l’Italia ha visto scendere del 7% i consumi interni, del 10% il potere d’acquisto e del 7% le unità di lavoro
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Nel corso del Meeting Confesercenti 2015, l'associazione di categoria ha presentato il Rapporto Macro sulle prospettive dell'Economia italiana 2015-2017, realizzato dal centro ricerche Ref, in cui avanza, tra le altre cose, le stime di crescita per l'anno in corso e per i due successivi.
Da un primo sguardo si nota subito come la Confesercenti sia più cauta rispetto al governo. Mentre il premier Matteo Renzi ha annunciato di voler alzare al +0,9% le stime di crescita del Pil per il 2015, spiegando di voler muovere al rialzo anche quelle per il 2016, la Confcommercio ha dimostrato di mantenersi più in linea con le varie istituzioni internazionali (come per esempio l'Ocse, il Fmi o la Commissione europea), avanzando un +0,8% per l'anno in corso e un +1% per il 2016 ed il 2017.
La ripresa leggermente più forte, che caratterizzerà il 2015, sarà in parte guidata dalla risalita dei consumi e dal turismo. I consumi delle famiglie italiane dovrebbero, infatti, crescere dello 0,8% a fine anno, dell'1,4% nel 2016 e dell'1,5% nell'anno a seguire, trainati, secondo lo studio, dal crollo dei prezzi del petrolio e dal bonus fiscale che ha interessato i redditi più bassi.
Per quanto riguarda il turismo, invece, la Confesercenti stima una crescita del 4% degli arrivi internazionali per l'anno in corso: una crescita che consentirà di superare la quota dei 50 milioni di arrivi, con un buon impatto anche sull'andamento dei consumi interni.
Nel Rapporto, la Confesercenti traccia anche un bilancio della crisi: tra il 2008 ed il 2015 il Pil pro capite è sceso di nove punti percentuali, mentre la produzione industriale è scesa del 18%, con un conseguente calo degli altri indicatori come ad esempio quello riportato dalle unità di lavoro: -7%. I consumi, a causa del calo del 10% del potere d'acquisto, sono invece scesi di sette punti percentuali.