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Manifestazioni a Torino, Firenze e Bari. I sindacati chiedono il blocco dei licenziamenti fino ad ottobre. Il ministro Brunetta: "Serve un patto, un boom economico con conflitto è folle"
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Sindacati uniti sul rischio "bomba sociale" causata dallo stop al blocco licenziamenti, ormai alle porte. "Il compito del governo e della politica è dire che nessuno deve essere lasciato da solo ai suoi problemi - dice il leader della Cgil Maurizio Landini -. Non è il momento di ulteriori fratture sociali". "Il rischio di tensioni noi lo denunciamo da un po' di tempo", aggiunge il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri.
"Blocco licenziamenti fino ad ottobre" "Noi pensiamo che, per quello che riguarda i licenziamenti, sia opportuno prolungare di quattro mesi ancora il blocco, fino ad ottobre", spiega Bombardieri, a Bari per la mobilitazione nazionale "Ripartiamo, insieme" di Cgil Cisl Uil. "Le tre piazze a Bari, Firenze e Torino, così partecipate e piene di gente nonostante il caldo, chiedono alla politica e al governo di fare attenzione al lavoro, di far ripartire questo Paese dal lavoro e di dare dignità e rispetto a quei lavoratori a quelle lavoratrici che hanno sacrificato la vita durante quest'anno di pandemia".
Landini: "Parola al governo, prevalga responsabilità" "Oggi manifestiamo e la prima cosa è cosa risponderà il Parlamento, il governo? Sanno perfettamente le nostre proposte e se vogliono ci sono le condizioni per trovare le soluzioni. La parola dopo oggi tocca al governo, noi siamo pronti a confrontarci e trovare le soluzioni più intelligenti", ricorda durante la manifestazione di Torino il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "Il problema è la volontà politica se c'è, delle imprese e del governo - dice - , dopo di che se ciò non dovesse succedere valuteremo insieme a Cisl e Uil che cosa fare. Io mi auguro che prevalga la responsabilità e l'intelligenza di tutti".
Sui temi al centro della mobilitazione, a cominciare dal blocco dei licenziamenti, Landini ricorda che "abbiamo già chiesto un incontro al governo e mi auguro che il governo lo faccia, anche perché quando ci ha convocato e abbiamo fatto degli accordi i problemi si sono risolti sia quando c'era il governo Conte con il protocollo sulla sicurezza sia nel confronto per cancellare il massimo ribasso e per tutelare i contratti pubblici.
E da un certo punto di vista - prosegue - oggi le riforme che devono essere fatte hanno bisogno del consenso e dell'intelligenza dei lavoratori. Credo che sia interesse anche del nuovo governo fare in modo che le scelte siano condivise, ma per farlo c'è bisogno che la rappresentanza del lavoro sia coinvolta. Se non lo sarà vedremo cosa fare, compreso il provvedimento di evitare che il primo luglio possano partire dei licenziamenti".
Il ministro Brunetta: "Boom economico con conflitto è folle" "Parlo da liberal-socialista. Siamo in un boom economico ma potremmo avere un conflitto sociale. Un boom con un conflitto non va bene, è folle. Siamo in una fase di transazione dobbiamo tenere alta la protezione sui lavoratori, ma dobbiamo nel contempo favorire la crescita economica. Questo lo si fa con un grande patto per la coesione come quello che fece Ciampi nel '93. Le risorse ci sono". Così il ministro per la Semplificazione e Pubblica amministrazione Renato Brunetta. "E' folle avere un conflitto sociale con il boom economico. Questo è il momento di un grande accordo ma Orlando e Draghi lo sanno meglio di me".