Il Jobs Act degli autonbomi, di recente approvazione, interesserà circa 2,5 milioni di lavoratori. Ma nel complesso la platea di chi sta in proprio è più ampia
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La recente approvazione del cosiddetto Jobs Act degli autonomi è una notizia positiva per le tante partite IVA e i liberi professionisti, che ora vedranno introdotte norme e maggiori tutele a loro favore (tipo congedi parentali più lunghi o la sospensione della prestazione in caso di malattia). Il provvedimento riguarda circa una platea di 2,5 milioni di lavoratori altrimenti sprovvisti delle dovute protezioni sociali.
Tuttavia il lavoro indipendente, nel complesso, interessa molte più persone nel nostro paese: 5.447.388 lavoratori nel 2016, quasi un occupato su quattro secondo una recente elaborazione (su dati Istat) del Centro Studi della Cna, con un'incidenza sull'occupazione totale pari al 23,9%.
Gli indipendenti sono così ripartiti: il 58,4%, oltre la metà quindi, sono autonomi che svolgono prestazioni manuali (artigiani, commercianti, agricoltori, allevatori, i “piccoli imprenditori”). Seguono i liberi professionisti, i lavoratori autonomi che esercitano professioni intellettuali (che rappresentano il 25,4% del campione).
Gli “altri indipendenti”, composti dall’insieme dei coadiuvanti familiari, i soci di cooperativa e i collaboratori, sono l'11,9%. Infine ci sono gli imprenditori veri e propri – coloro, specifica la Cna, che “esercitano professionalmente un’attività economica organizzata” –, il 4,3%.
L'anno scorso l'occupazione in Italia è cresciuta dell'1,3%, un trend che però ha interessato esclusivamente quella dipendente. Al contrario l'occupazione indipendente ha registrato una riduzione dello 0,5%, seppure con ritmi differenti tra le diverse componenti (è andata meglio ai liberi professionisti, meno ai collaboratori ad esempio).
Analogamente, se si estende l'arco temporale all'inizio della crisi, l'occupazione dipendente ha recuperato terreno, mentre quella indipendente ha perso ancora lo scorso anno il 7,3% dei posti di lavoro esistenti nel 2008. Eppure nonostante l'emorragia occupazionale che ha coinvolto i lavoratori indipendenti, il nostro paese è ai primi posti dell'UE nel rapporto tra lavoro indipendente e occupazione complessiva.