Secondo la Commissione europea, il tasso di occupazione dei lavoratori più anziani è destinato a crescere nei prossimi anni
L'incidenza dei lavoratori over 50 è cresciuta negli ultimi mesi. Gli ultimi dati sul mercato del lavoro dell'ISTAT sono lì a dimostrarlo.
Ad agosto 2016, rileva l'ISTAT nel suo ultimo bollettino, i lavoratori con oltre 50 anni sono aumentati di 401mila unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+5,4% su base annua), anche se questo incremento è dovuto in parte al calo delle cessazioni e dei pensionamenti.
A crescere sono stati anche i disoccupati – ovvero coloro che vengono considerati tali in quanto alla ricerca di un impiego –, anche se la loro crescita è stata più contenuta (+27mila unità) e pari al 6% in più su base annua. Sono diminuiti invece gli inattivi (-49mila unità).
L'ISTAT nota infatti che la crescita su base annua del tasso di occupazione, verificatasi in tutte le fasce d'età – fatta eccezione per i 25-34enni (-0,3%) –, è stata particolarmente accentuata tra gli over 50 (+1,9 punti percentuali). Il peso degli over 50 non dovrebbe diventare sempre più consistente, però.
L'ultima ricerca condotta da Randstad – Policy e pratiche dell'active ageing nelle aziende italiane – sostiene che l'incidenza degli over 50 sulla forza lavoro totale, passata negli ultimi dieci anni dal 25% all'attuale 30%, dovrebbe aumentare ancora nei prossimi anni. L'indagine, realizzata attraverso interviste a responsabili Hr e top manager su circa 300 imprese italiane, sottolinea che le prospettive attuali indicano una crescita fino a 23 milioni di persone entro il 2034 (dagli attuali 17 milioni).
La Commissione europea prevede che nell'UE il tasso di occupazione tra i lavoratori più anziani è destinato a crescere dal 50,2% del 2013 al 67,1% del 2060. Gli incrementi più consistenti si verificheranno in una manciata di Paesi: Grecia, Ungheria, Spagna, Slovenia, Cipro, Malta, Italia, Repubblica Ceca e Slovacchia.