Come leggere i numeri

Lavoro: i principali indicatori sulla partecipazione giovanile

Nella media del periodo compreso tra dicembre e febbraio, l'Istat ha rilevato un calo dell'occupazione e della disoccupazione e la crescita dell'inattività giovanile

31 Mar 2015 - 17:53
 © ansa

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La disoccupazione giovanile è ormai da molto un grave problema in Italia. Anche a febbraio, ad esempio e come certificato dall'Istat, il tasso di disoccupazione tra chi ha un'età compresa tra i 15 e i 24 anni si è attestato al 42,9%. Ma spesso è stato attribuito al dato un valore quasi "fuorviante". Ciò non significa, infatti, che quattro giovani su dieci sono senza lavoro. Vediamo perché.

I dati in questione fanno riferimento a chi ha un'età compresa tra i 15 e i 24 anni. Per quanto importante, il tasso di disoccupazione rischia di diventare un indicatore fuorviante. Quest'ultimo è dato infatti dalla quota dei giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati più disoccupati).

Quindi nel calcolare il tasso di disoccupazione si tiene conto esclusivamente di chi partecipa al mercato del lavoro: gli occupati e i disoccupati, con i primi che hanno un impiego e i secondi che sono alla ricerca o si dicono disponibili a lavorare (o ad avviare un'attività autonoma) entro quattordici giorni dalla settimana di riferimento (oppure che inizieranno un lavoro entro tre mesi dal momento della rilevazione).

Il tasso di disoccupazione esclude così i giovani inattivi: coloro che non hanno un lavoro né tantomeno lo cercano, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. Nel nostro Paese gli inattivi a febbraio erano 4 milioni e 441 mila, secondo l'Istat.

Resta il fatto, comunque, che impietoso in questo senso è il confronto con i partner dell'Unione europea, dove il tasso di disoccupazione più basso risulta essere quello tedesco (7,9%). Nella media del 2013 (descritta nel Rapporto Istat Noi Italia 2015), infatti, soltanto Grecia, Spagna e Croazia presentavano tassi di disoccupazione giovanile superiori al nostro.

Ad ogni modo, come certificato dall'Istituto di statistica, se a febbraio il tasso di disoccupazione si è attestato al 42,9% (+1,3% su base mensile), questo non vuol dire che quattro giovani su dieci erano senza lavoro. Significa tutt'altro. Rilevante, infatti, è anche l'incidenza dei disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa età, pari al 10,8% a febbraio (+0,2% rispetto a gennaio). Detto altrimenti: in Italia poco più di un giovane su dieci era disoccupato (644 mila).

Sono tante le proposte in ballo allo scopo di incentivare la partecipazione giovanile al mercato del lavoro, ad esempio consentendo esperienze lavorative nel periodo estivo. Una strada che potrebbe non essere percorribile: secondo un sondaggio dell'agenzia Career Paths, condotto su 315 aziende italiane, il 60% di queste ha ammesso di non aver mai preso in considerazione l'opportunità di offrire internship estive. Mentre il 40% sostiene di non avere la struttura adatta per poter offrire esperienze di formazione pre-laurea.

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