Un terzo dei giovani, che hanno usufruito del programma, ha trovato lavoro a un mese della conclusione del percorso
Una delle ultime analisi dell'Eurostat contiene un dato particolarmente negativo per l'Italia.
L'Ufficio statistico dell'Unione europea rileva che nel nostro Paese il 31,1% dei giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni è un NEET, acronimo che indica quella particolare condizione dei ragazzi che non hanno un impiego e non sono impegnati né nello studio né in un percorso di formazione.
Nessuno fa peggio dell'Italia che, seguendo una raccomandazione del Consiglio europeo, nel maggio del 2014 ha introdotto un'iniziativa che intende offrire, entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall'inizio della disoccupazione, una valida opportunità di lavoro o di formazione ai ragazzi d'età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano. I NEET, per l'appunto.
Iscriversi al programma può essere una soluzione: i partecipanti a Garanzia Giovani hanno maggiori possibilità di ottenere un impiego rispetto ai coetanei che non vi hanno preso parte. I dati contenuti nel Rapporto sulla Garanzia Giovani in Italia dell'ISFOL – l'Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori –, che analizza i risultati del programma avviato il 1° maggio del 2014, lo dimostrerebbero ampiamente. Il report rivela che un terzo dei giovani, che hanno usufruito del programma, ha trovato lavoro a un mese della conclusione del percorso, il 40% ci è riuscito dopo tre mesi e il 43% dopo sei mesi.
Le cose potrebbero andare ancora meglio. Con il passare del tempo, il programma Garanzia Giovani è diventato sempre più efficace: il numero di occupati sul totale degli iscritti è quasi raddoppiato dal 30 settembre del 2015 al 31 marzo del 2016.