Nel secondo trimestre il numero delle attività artigiane nate e di quelle scomparse è il più basso degli ultimi dieci anni
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Quanto certificato recentemente da Unioncamere e InfoCamere – tra aprile e giugno lo stock delle imprese artigiane è cresciuto di 2.520 unità (+0,2% rispetto al trimestre precedente) – rappresenta un dato sicuramente positivo. Specialmente per un settore che ha vissuto momenti molto difficili negli anni della crisi economica.
Tuttavia Unioncamere evidenzia che il numero delle imprese nate nel secondo trimestre (22.677) è il più basso tra quelli registrati negli ultimi dieci anni e che soltanto il concomitante “record” delle minori cancellazioni – tra aprile e giugno sono state cancellate 20.157 imprese, anche questo è il numero più basso del decennio – ha reso possibile il saldo positivo tra le imprese artigiane. Imprese artigiane che sono state colpite duramente dalle difficoltà della crisi economica.
Secondo un'indagine condotta dall'Ufficio Studi della CGIA di Mestre e diffusa qualche tempo fa, soltanto nel 2015 le imprese artigiane attive sono diminuite di 21.780 unità, che vanno a sommarsi a quelle che negli anni scorsi sono state costrette ad uscire dal mercato. Complessivamente – il calcolo è sempre dell'Ufficio Studi della CGIA di Mestre –, dal 2009 al 31 dicembre del 2015, sono scomparse 116mila attività. Un'enormità.
I motivi sono diversi. La CGIA ne elenca alcuni, individuando nella caduta dei consumi delle famiglie e nella loro lenta ripresa, nell'aumento della pressione fiscale e nell'esplosione del costo degli affitti i principali fattori che hanno costretto molte imprese artigiane a chiudere i battenti.