Rallentano i fallimenti e le liquidazioni volontarie, mentre migliorano i principali indicatori economici delle pmi operanti nel Mezzogiorno
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Le piccole e medie imprese (Pmi) del Mezzogiorno lanciano segnali di ripresa. Nel 2015 e del 2016, salvo smentite, il fatturato delle pmi meridionali dovrebbe crescere leggermente. Una buona notizia per le imprese attive nel Sud del Paese, dove l'impatto della crisi economica è stato maggiore e molte problematiche – come la disoccupazione, ad esempio – sono ancora lontane dall'essere risolte.
Secondo le stime contenute nel Rapporto Pmi Mezzogiorno 2015 curato da Confindustria e dal Cerved, infatti, il fatturato delle piccole e medie imprese meridionali crescerà dell'1,2% nel 2015 e del 2% l'anno successivo. Ma, seppure a ritmi più bassi della media nazionale, nel 2015, le pmi del Mezzogiorno dovrebbero veder crescere anche il loro valore aggiunto (+2,1%), la redditività del capitale investito (Roe, +5%) e i margini operativi (Mol, +4,3%).
Tuttavia i problemi, che caratterizzano il Sud del Paese, non sono svaniti nel nulla. Il tasso di disoccupazione rimane elevato e la crisi ha peggiorato la situazione sul fronte occupazionale: dei 943 mila italiani che hanno perso il lavoro tra il 2007 e il 2014, il 70% vive nel Meridione. Mentre le imprese attive in alcune regioni (Calabria, Sicilia e Sardegna) continuano a fare i conti con maggiori difficoltà rispetto a quelle operanti in Abruzzo, Basilicata e Campania, osserva il report di Confindustria-Cerved.
Secondo cui, la crisi economica avrebbe svolto un processo di selezione naturale, determinando la chiusura delle pmi "fragili": oltre un quarto delle 29 mila imprese meridionali attive nel 2007 è uscito dal mercato. Ma, pur sopravvivendo alle difficoltà della crisi, le imprese rimaste in attività hanno subìto anche loro gli effetti negativi della recessione: complessivamente, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013, i margini lordi delle pmi meridionali sono crollati del 38,6%: 7 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale.
Dopo sette anni difficilissimi, il Mezzogiorno sembra animato da una nuova vitalità: negli ultimi due anni, complice l'introduzione delle Srl semplificate, la natalità delle imprese meridionali è stata superiore a quella del periodo precedente alla crisi economica. Nel 2014, osserva lo studio condotto da Confindustria e dal Cerved, ben 29 mila delle 83 mila nuove imprese italiane sono nate nel Sud del Paese. Un trend (positivo) proseguito anche nel primo trimestre del 2015, anche grazie al contributo dei più giovani: stando all'ultima rilevazione di Movimprese, il 36% delle oltre 35 mila imprese, nate da gennaio a marzo e condotte da under 30, ha sede nel Mezzogiorno.