Secondo Huawei una crescita degli investimenti ICT pari al 20% si tramuterebbe in una crescita dell’1% del Pil
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Oggi più che mai lo sviluppo di tutto ciò che gira intorno al digitale e all'ICT risulta fondamentale per favorire la crescita e la competitività di un Paese. L'Italia, in questo senso, nella classifica stilata da Huawei nel Global Connectivity Index 2015 occupa una posizione pressoché intermedia, posizionandosi alle spalle di quasi tutti i paesi sviluppati e avanti ai paesi emergenti e a gran parte di quelli in via di sviluppo.
Precisamente stiamo parlando del 18esimo gradino della scala. Una posizione ottenuta grazie allo sviluppo del Mobile Broadband e dell'elevato uso di smartphone. La diffusione di telefoni sempre più sofisticati ha infatti superato il 70% mentre gli utenti broadband, ovvero quelli che accedono mediante il WiFi fornito da un dispositivo portatile grazie ad una rete dati GSM o CDMA, sono il 40,8%.
Quello a cui però ora l'Italia deve guardare è un maggior sviluppo per favorire l'accesso alla banda larga per cittadini e imprese. Sì perché in questo modo si aiuterebbe anche l'e-commerce che, sebbene in crescita nel nostro Paese, risulta ancora di nicchia se confrontato con quello dei principali competitors. Basti pensare che solo il 4% delle imprese del nostro Paese si avvale di una piattaforma per la vendita al dettaglio in rete.
Investimenti digitali, questa è la parola d'ordine che interessa il futuro dell'Italia. Secondo Huawei, infatti, una crescita degli investimenti ICT pari al 20% si tramuterebbe in una crescita dell'1% per il Prodotto interno lordo.
Scorrendo la classifica si nota come il Paese europeo più virtuoso sia la Svezia, al secondo posto, seguita dal Regno Unito, al quinto, e dall'Olanda al sesto. La Germania occupa invece l'undicesima posizione, la Francia la 14esima, mentre la Spagna la 17esima.
In testa alla classifica si piazzano invece gli Stati Uniti seguiti in ordine, oltre che dalla Svezia, da Singapore e Svizzera.
Per stilare la classifica Huawei si basa su parametri come lo sviluppo dei data center, servizi cloud, Big Data, banda larga e Internet of Things oltre ai già citati e-commerce e connettività.
Dagli ultimi dati disponibili sembra comunque che l'Italia si stia muovendo per il verso giusto, anche se lentamente. Un indizio è l'aumento di occupati nel settore digitale ma anche la crescita, pari al 25% sul 2013, degli investimenti nel settore da parte delle imprese.
Se si considera l'intero mercato digitale le performance registrate nel 2014 possono definire i dodici mesi passati come un anno di transizione. Si è infatti, finalmente, registrato un rallentamento nella caduta del settore: si è passati dal -4,4% del 2013 al -1,4% e la crescita di indicatori, come appunto gli investimenti, fanno ben sperare nei risultati dell'anno in corso.