Sia dal punto di vista degli investimenti che da quello della produzione degli strumenti abilitanti, il nostro Paese sta compiendo molti passi in avanti. Nonostante ciò siamo un passo indietro rispetto al resto d'Europa
Il passaggio all’industria 4.0 sta coinvolgendo sempre più aziende manifatturiere e a dimostrarlo sono sia i dati relativi alla domanda che all’offerta di tecnologie abilitanti, ovvero tutti quei sistemi digitali e fisici in grado di connettersi tra loro con il fine di sostenere la produzione (come l’internet delle cose, la robotica, i big data).
Sia gli investimenti delle aziende che le vendite delle strumentazioni necessarie sono infatti in crescita. Grazie anche a strumenti come il Super e l’Iper ammortamento messi in campo dal governo nel 2015, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali, spiega Federmacchine, “sta attraversando un momento decisamente favorevole cominciato nel 2014. Crescono produzione, export e consumo, a conferma del fatto che l’Italia è tornata a investire in tecnologia”.
Secondo l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, solo nel primo trimestre del 2017 (ancora grazie al Super e all’Iper ammortamento) gli investimenti potrebbero essere cresciuti del 30% rispetto allo stesso trimestre del 2016 e se questo tasso di crescita dovesse confermarsi alla fine del 2017 la crescita cumulata nell’ultimo biennio potrebbe essere di addirittura il 100%.
La crescita degli investimenti si riflette, ovviamente, in maniera positiva anche nelle casse dei fornitori. Un recente studio di Federmacchine ha rilevato un aumento generale del consumo domestico di beni strumentali (+8,3%), che ha favorito notevolmente le consegne dei costruttori, aumentate del 4,9% a 11,1 miliardi.
Un altro report, questa volta dell’Istituto per la Competitività I-Com, è andato ancora più a fondo, analizzando da vicino il comparto della robotica. Nel nostro Paese le vendite di robot industriali hanno raggiunto le 6.700 unità nel 2015, riportando una crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Una crescita che ha consentito al nostro Paese di ritagliarsi una quota di mercato importante sul totale delle vendite globali: 2,6%, dato che ci posiziona sul podio europeo alle spalle della Germania, con il 7,9%, e avanti alla Francia, che detiene un quota dell’1,2%. Al livello mondiale siamo settimi.
Nello stesso studio I-Com ha anche stilato una classifica, con l’intento di misurare il grado di preparazione dei singoli Paesi europei all’Industria 4.0. In base a questa graduatoria il nostro Paese è solo 18esimo, segno che di strada da fare ce n’è ancora molta.