Il superamento di Quota 100 resta terreno di scontro: per la Lega va mantenuta, per Confindustria non ha raggiunto gli obiettivi. E la Cgil boccia soluzioni "ponte"
Nella Legge di bilancio verranno destinati 8 miliardi di euro al taglio delle tasse. Lo ribadiscono fonti di governo, spiegando che la cifra definita dal Documento programmatico di bilancio non cambierà: la discussione sullo stanziamento non sembra dunque destinata a riaprirsi, anche se nel merito dell'intervento (ad esempio sul mix della quota lato lavoratori e lato imprese per il taglio del cuneo fiscale) la valutazione è ancora in corso.
Più complicata sembra invece la soluzione relativa al tema delle pensioni che, dopo il "No" di Draghi a Quota 100 a favore di un "graduale ritorno alla normalità", resta terreno di scontro. E sulle ipotesi di quote "provvisorie" come Quota 102 o Quota 104, lo stop arriva dalla Cgil, che parla di una misura "sostanzialmente inutile" perché coinvolgerebbe non più di 10mila persone.
Il leader della lega, Matteo Salvini, però, non demorde. E fa sapere di aver "scritto al presidente Draghi e sono a disposizione per incontrarlo quando vuole", perché sarebbe "un errore rifinanziare il Reddito di cittadinanza e tagliare le pensioni". Se non si vuole definirla Quota 100 e si preferisce "chiamarla con un altro nome va bene", l'importante è che dal 1 gennaio non ci siano "scalini o scaloni, riavvicinamenti della Fornero. Deve essere garantito il diritto alla pensione dopo una vita di lavoro ai precoci, alle donne, ai lavoratori usuranti, ai dipendenti di piccole e media imprese". E ribadisce che "intervenire a gamba tesa sulle pensioni non mi sembra il modo migliore per fare rialzare il Paese, anche perché ricordo che quota 100 ha dato lavoro a centinaia di migliaia di giovani".
Non la vede così il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, secondo il quale invece Quota 100 "è costata tanto e non ha raggiunto gli obiettivi, non c'è stato nemmeno un effetto sostituzione. Abbiamo 9 sistemi di prepensionamento, ognuno lascia un debito a carico dei giovani e neanche creando nuovi posti di lavoro, è un effetto perverso". La strada da seguire, sostiene invece, sembra piuttosto quella dell'ampliamento dell'Ape sociale: "lo scalone va evitato, ma la soluzione non sono le quote". Il problema vero, Secondo Bonomi, non è però solo quello delle pensioni ma riguarda "l'assalto alla diligenza" dei partiti, quelle "bandierine che spesso depreco come nefaste per il Paese" e che sono "Quota 100 ma anche il Reddito di cittadinanza che così com'è non funziona, ma ci si vuole mettere un altro miliardo prima di riformarlo".