durante l'assemblea degli azionisti

Mediaset, Confalonieri: "Vivendi vuole distruggere il valore"

L'amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi: "Auspico la fine delle guerre legali"

10 Gen 2020 - 14:04
Fedele Confalonieri ambasciatore della "Grande Milano" nel mondo

Fedele Confalonieri ambasciatore della "Grande Milano" nel mondo

Vivendi "in palese conflitto di interesse, ha il solo obiettivo di distruggere valore e non permettere a un concorrente di crescere". Lo ha affermato Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, in apertura dell'assemblea degli azionisti del gruppo sul cambiamento di alcuni punti dello statuto della holding "Media for Europe" in fase di costituzione. L'amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi ha aggiunto: "Auspico la fine delle guerre legali".

L'affondo di Confalonieri - "In un momento storico nel quale ci si interroga sulle ragioni per cui i media tradizionali europei non riescano a rispondere alle dinamiche di un mercato sempre più dominato dai giganti americani, noi dobbiamo spendere tempo e risorse in infinite cause legali per realizzare un progetto industriale di crescita contro chi, in palese conflitto di interesse, ha il solo obiettivo di distruggere valore e non permettere a un concorrente di crescere", ha chiosato il presidente Confalonieri. "Vivendi, che oggi invece di plaudire e favorire questo processo", ha proseguito, "vorrebbe impedirci, attraverso una serie di azioni legali pretestuose, di ottenere i benefici industriali derivanti dall'operazione paneuropea e dai possibili vantaggi per tutti gli azionisti nel medio periodo. E tutto questo lo fa in evidente conflitto di interessi, cercando di mettere in stallo la nostra società, di cui è azionista, con il solo intento di perseguire mire ed obiettivi soggettivi a spregio della società e di tutti gli azionisti, italiani e spagnoli". 

La replica di Vivendi -  "Non voglio concludere il mio discorso parlando delle controversie in corso: preferisco rinnovare la nostra richiesta di evitare le spese e i ritardi causati da questa decisione del Consiglio" - ha affermato la responsabile dell'ufficio legale di Vivendi, Caroline Le Masne de Chermont, intervenendo all'assemblea e confermando il voto contrario dei francesi - "Abbiamo presentato da oltre un mese una proposta a Mediaset che avrebbe il supporto degli investitori istituzionali delle società con cui ambisce a creare alleanze",

Pier Silvio Berlusconi: "Speriamo finiscano le guerre legali" - "Speriamo di no". Così Pier Silvio Berlusconi ha risposto a una domanda sul rischio che le battaglie legali con Vivendi proseguano ancora a lungo.   "Avere un socio che zavorra Mediaset in un momento come questo è pesante", ha aggiunto l'amministratore delegato. "Non se ne capiscono le ragioni", ha proseguito, "per l'editoria è un momento complicato, è un'azienda italiana che viene frenata in un momento veramente difficile, per cui bisogna guardare avanti e trovare una strada di sviluppo". "Ora dobbiamo provare faticosamente ad andare avanti con il nostro progetto Mfe che ha solide basi industriali e che vede la creazione di un broadcaster europeo che possa avere la forza e dimissioni per affrontare il futuro".

L'approvazione dello statuto - L'assemblea di Mediaset ha approvato le modifiche allo statuto di MediaforEurope, l'holding nella quale Mediaset intende concentrare tutte le sue attività e partecipazioni, più favorevole alle minoranze e in parte conseguenti alle audizioni al Tribunale di Milano. Contro ha votato Vivendi, che ritiene i cambiamenti solo marginali. L'assise ha deliberato sugli articoli 1, 13, 15, 40, 42 e 43 dello statuto di Mfe e sugli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 11 e 13 dell'allegato sul voto speciale per gli azionisti di lunga durata, una struttura che permette a Fininvest il controllo di fatto sulla holding con sede in Olanda. I cambiamenti principali riguardano l'ammorbidimento delle barriere per l'accesso al voto maggiorato da parte degli azionisti con contenziosi verso la società (il caso di Vivendi) e le soglie dell'Opa, che passano dal 25 al 30% dopo la costituzione della società, con i francesi che in Mfe sarebbero vicini alla soglia del 25% e quindi avrebbero avuto l'obbligo di Opa dopo anche solo un "piccolo" acquisto di nuove azioni.
 

 

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