Secondo il Polimi nel 2016 sarà l’investimento prioritario per il 44% dei Chief information officer
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Gli investimenti, ormai dovrebbe essere chiaro, sono la vera chiave per far cancellare alle imprese (e non solo) gli effetti della crisi economica. In particolare gli investimenti in innovazioni favoriscono la competitività, garantendo, tra le altre cose, anche nuova occupazione.
Un recente studio del Politecnico di Milano si concentra sul mercato italiano degli Analytics, un settore che si occupa principalmente della fornitura di strumenti per analizzare e scambiare l'enorme mole di informazioni che girano nella rete, attraverso le quali le imprese (ma anche le banche) possono costruire il proprio modello di business. Tanto che nel 2016 rappresenteranno la priorità d'investimento per il 44% dei Chief information officer italiani.
Nel 2015 il mercato degli Analytics crescerà, nel nostro Paese, del 14% arrivando a toccare i 790 milioni di euro di valore, L'84% arriverà dalle Business Intelligence (ovvero l'insieme di processi per la raccolta e l'analisi dei dati e le tecnologie per farlo) e il restante 16% dai Big Data (i dati stessi).
Anche se il valore dei Big Data sul giro d'affari totale è più bassa rispetto a quella dei Business Intelligence (appunto il 16% contro l'84%) il tasso di crescita risulta più elevato: il 34% contro l'11%.
Sono molti i settori dell'economia italiana che si avvalgono degli strumenti dell'Analytics: nel 29% dei casi si parla di banche, nel 21% di imprese, nel 14% di telecomunicazioni e media, nel 9% di Pubblica amministrazione e sanità, nell'8% della Grande distribuzione organizzata, nel 6% delle utility, nel 5% delle assicurazione e nell'8% dei casi di altri servizi.
La crescita di utilizzo maggiore nel 2015 ha però interessato le assicurazioni, le banche, le telecomunicazioni e li media con crescite annue anche del 25%.