Mercato del lavoro

I giovani inattivi in Italia

Nel nostro paese sono ancora oltre 2 milioni. Tramite il programma Garanzia Giovani uno su tre trova lavoro dopo un mese

23 Giu 2016 - 09:55

Secondo il recente report dell'Isfol un giovane su tre che ha usufruito di un servizio previsto da Garanzia Giovani ha trovato lavoro a un mese dalla conclusione dell'azione intrapresa, il 40% a tre mesi e il 43% a sei mesi. Nelle regioni del Nord-Est la percentuale può raggiungere anche il 50%.

Il programma europeo Garanzia Giovani, avviato in Italia nel 2014, ha un obiettivo ambizioso: accrescere l'occupabilità dei 15-29enni che non studiano, non lavorano e che non seguono percorsi di apprendistato (i cosiddetti neet). Lo scopo, insomma, è evitare di dissipare capitale umano, una questione che non si esaurisce con i numeri e con le statistiche. Chi non trova occupazione non riesce a sviluppare capacità e competenze, insomma un danno per l'economia.

In generale, quelli relativi alla disoccupazione giovanile (15-24 anni), sono numeri inquietanti, soprattutto negli anni più duri della crisi economica, in Italia e in altri paesi dell'Eurozona. In Spagna e Grecia ha raggiunto livelli record (oltre il 50%), in Croazia e in Italia il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto valori oltre il 40%. Ad aprile il dato italiano risulta essere al 36,9%, in aumento dello 0,2% su base mensile.

Per quanto riguarda i neet, segmento che comprende gli inattivi, l'Istat ha rilevato nel 2015 un primo ribasso dall'inizio della crisi. Un timido miglioramento e poco più poiché sono ancora 2,3 milioni (il 25,7% del totale) i giovani che non sono inseriti in un percorso scolastico o formativo e non sono impegnati in un'attività lavorativa. L'incidenza più elevata si registra nella componente femminile (27,1%) e tra i giovani del Mezzogiorno (in Sicilia e in Calabria sfiora il 40%), ma complessivamente nel 2014 la quota era superiore, al 26,5%.

Dal 2009, il primo anno in cui la percentuale si è attestata oltre il 20%, la crescita dei giovani che non lavorano e non studiano è risultata costante in Italia, in particolare si evidenziò un balzo di circa due punti tra il 2012 e il 2013. Nel 2014 l'Italia si confermava al penultimo posto nella graduatoria dei 28 paesi europei, alle spalle della Grecia. Dopo di noi Bulgaria, Croazia e Spagna.

Dall'indagine Isfol emerge che il numero dei giovani registrati al 31 marzo 2016 (depurato delle cancellazioni per mancanza di requisiti o ripensamenti) è superiore alle 982 mila unità, per un tasso di copertura del 57%. Su 194.118 giovani che a fine marzo hanno concluso il percorso proposto all'interno del programma, 73.289 risultano occupati (il 37,8%).

Quello dei giovani inattivi è un problema molto sentito, non solo in Italia. L'Eurofound (la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) ha stimato per l'Ue un costo di oltre 150 miliardi di euro derivante dai giovani inattivi tra i 15 e i 29 anni. Una perdita pari a circa l'1,2% del Pil europeo.

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