L’indagine - del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda - nasce con l’intento di offrire agli studenti delle facoltà di comunicazione uno strumento concreto di orientamento sulle figure più ricercate dalle aziende rispetto al loro ambito di studi
"Il lavoro è felicità": questo il messaggio di Andrea Delogu - Presidente del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda e Vicedirettore Generale in seno alla Direzione Informazione del Gruppo Mediaset - ai giovani che hanno partecipato al convegno "Le professioni del futuro - Tecniche, Mestieri e Digital Art", organizzato a Milano da Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza. L’indagine nasce con l’intento di offrire agli studenti delle facoltà di comunicazione uno strumento concreto di orientamento sulle figure più ricercate dalle aziende rispetto al loro ambito di studi. D’altronde, si sa, il mondo dell’editoria è in continuo mutamento e le professioni legate all’ambito della comunicazione si moltiplicano sempre più, allontanandosi dai canoni tradizionali. Tanti gli esperti che hanno preso parte all’evento, incoraggiando i giovani: da Andrea Delogu a Domenico Catagnano, fino a Carlo Bonomi e al famoso Youtuber Daniele Doesn’t Matter.
Parola agli esperti - Andrea Delogu - Presidente del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda e Vicedirettore Generale in seno alla Direzione Informazione del Gruppo Mediaset - ha parlato di "rimediazione": "Nessun media ha ammazzato quello precedente, anzi lo ha rigenerato”. Nonostante il proliferare di nuove professioni, quindi, “l’importante è lavorare bene perché il lavoro è felicità". Secondo Delogu, "orientare i giovani verso scelte più coerenti può accrescere la loro occupabilità e, al contempo, sollecitare le università sul valore della collaborazione tra mondo accademico e imprese rappresenta un fattore determinate per il placement dei laureati". Domenico Catagnano, caporedattore di Tgcom24, ha, invece, sottolineato come "la tempesta digitale abbia rivoluzionato il modo di comunicare, di fare giornalismo. Le fonti si sono moltiplicate. Estremizzando, sui social tutto diventa notizia. Il futuro è oggi: i cambiamenti sono dietro l'angolo".
“Colmare il gap tra profili richiesti e competenze” - "Attualmente, secondo le nostre stime, il 40% della disoccupazione giovanile è attribuibile alla divergenza tra profili richiesti e competenze - ha sottolineato Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda - I giovani sono il futuro del nostro Paese e il futuro delle nostre imprese. Purtroppo, però, sono anche coloro che hanno sofferto maggiormente la crisi. C’è un’intera generazione per cui siamo molto preoccupati, nata tra gli anni Ottanta e Novanta, entrata nel mondo della scuola quando quest’ultima era particolarmente dissociata dal mondo del lavoro. Sono giovani che sono stati costretti a subire molto, troppo precariato e, quindi, non hanno maturato le competenze all’interno delle imprese. E’ una generazione su cui noi dobbiamo fare una serie di riflessioni, investire, perché questa potrebbe essere una generazione perduta. E una generazione perduta vuol dire abdicare al futuro del Paese". E ha concluso: "Noi dobbiamo dialogare con i giovani, perché il futuro è nelle loro mani. La comunicazione è essenziale".
Vado a scuola dai giovani per imparare il futuro pic.twitter.com/eWCpFD1k93
— Carlo Bonomi (@CarloBonomi_) October 23, 2017
Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda - Il Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda è una compagine associativa che oggi conta più di 360 imprese tra le più importanti realtà produttive operanti sul territorio lombardo e nazionale, per un totale di quasi 16mila dipendenti. Il Gruppo è diviso in tre sezioni: Editoria e Comunicazione (imprese che si occupano di editoria di settore, web magazine, servizi di stampa, televisione e radio), Comunicazione d’impresa (aziende nel ramo della comunicazione digitale, del branding, di eventi, relazioni pubbliche e pubblicità), Videofonografici (società di produzione discografica, spettacolo, sport ed entertainment).
Sei professioni - "Digital analyst" (ha il compito di realizzare analisi e proiezioni dei dati di vendita, dei risultati delle campagne marketing, delle abitudini di consumo e delle tendenze), "Digital account sales" (svolge analisi di mercato e dell’andamento delle vendite digitali dell’azienda), "Digital marketer" (amministra e dirige le dinamiche più importanti che sottendono un progetto di web marketing), "Data visualization e dashboard designer" (deve trovare le modalità più appropriate per rendere intellegibili e comunicabili dati di marketing, finanziari, amministrativi, di produzione, delle piattaforme digitali dell’impresa), "Social media manager" (gestisce i social media di un brand o di un’azienda) ed "Editorial content specialist" (figura crossmediale in grado di utilizzare, nelle proprie specificità, i diversi media e strumenti tecnologici digitali al fine di produrre contenuti multimediali). Queste le sei professioni - secondo la ricerca del Gruppo Media, Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda - che saranno più ricercate nel settore della comunicazione nei prossimi cinque anni. Dall’indagine è emerso che il 65% dei bambini delle elementari svolgerà in futuro lavori che oggi non esistono.
I “nuovi” mestieri - Non solo. Tra le novità anche mestieri che, fino a poco tempo fa, non avremmo mai immaginato. Dal "Wikipedian" (colui che si occupa di gestire l’enciclopedia online) al "Trafficker" (una figura impegnata nella programmazione di annunci pubblicitari da diffondere tramite trasmissione radio, stampa o web) fino al "Digital Pr" (la funzione aziendale che monitora, gestisce e cerca di migliorare la reputazione online di un’azienda).
E gli Youtuber? - "La professione dello Youtuber esiste eccome", ha dichiarato Daniele Doesn't Matter, che presenta così il suo canale: "Rappresento episodi antropologici con un fondo di verità e denuncia sociale attraverso sketch, personaggi e videofenomeni di Youtube, rispondendo alla domanda: 'Perché la gente vuole diventare fenomeno di Youtube umiliandosi?!': It Doesn't Matter!". E lui, dei i suoi filmati, ha fatto un mestiere: "Mi mantengo con i video di Youtube, ma è un lavoro che richiede tanto tempo. Pensate che per soli dieci minuti di video, occorrono cinque ore di girato". Tanta fatica ma anche tante soddisfazioni. Il canale di Daniele ha, infatti, superato il milione di iscritti.
Il caso Freeda - "Quando smetti di imparare forse è ora di cambiare lavoro". Parola di Daria Bernardoni, editor in chief di Freeda Media, il progetto editoriale diventato ormai punto di riferimento per le donne tra i 18 e i 34 anni, tanto da collezionare quasi un milione di followers su Facebook in circa un anno. "Diamo voce alle nostre lettrici tramite le loro stesse storie", ha spiegato Bernardoni.
Rimediazione: nessun media ha ammazzato quello precedente, anzi lo ha rigenerato andreadelogu #assolombarda #professionidelfuturo pic.twitter.com/9kQXgbSyam
— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) October 23, 2017