Nonostante il suo ridimensionamento rilevato dall'inizio del 2017, Confcommercio esprime ancora una certa prudenza
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Confcommercio osserva che l'area del disagio sociale rimane ancora molto ampia: a luglio il Misery Index ha raggiunto i 18,4 punti, in crescita di tre decimi di punto rispetto a giugno, mese in cui si è registrato il valore più basso dall'aprile 2016.
Il Misery Index è un indicatore interessante perché la sua metodologia – nell'elaborarlo, Confcommercio considera la disoccupazione, il ricorso alla cassa integrazione, gli scoraggiati e il tasso di variazione dei prezzi di beni e servizi acquistati ad alta frequenza (generi alimentari, bevande, spese per l'affitto…) – consente di rilevare eventuali peggioramenti (o miglioramenti) del benessere dei cittadini.
A cosa si deve l'incremento registrato a luglio? Confcommercio spiega che i motivi sono diversi e vanno ricercati nella stabilità dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto (+0,9%) e di un incremento su base congiunturale della disoccupazione estesa, data dalla somma dei disoccupati ufficiali e della stima delle persone in cassa integrazione e degli scoraggiati (+0,2% rispetto al mese precedente ed ora al 14%).
Dall'analisi dei dati ISTAT emerge che a luglio il tasso di disoccupazione ufficiale – ovvero il rapporto tra chi è alla ricerca di un impiego e la forza lavoro – si è attestato all'11,3% (+0,1% rispetto a giugno). L'incremento è sintesi di una crescita degli occupati, registrata tanto su base annua (+294mila unità) che mensile (+59mila), e di un peggioramento dal lato dei disoccupati: a luglio, il numero di persone in cerca di lavoro è aumentato di 61mila unità su base mensile è diminuito (su base annua, c'è stato invece un calo: -17mila).
A luglio, il ridimensionamento della platea degli scoraggiati è proseguito (duemila unità su base mensile e 94mila su base annua).
La cassa integrazione, infine: Confcommercio scrive che il ridimensionamento del 22,4% su base annua delle ore autorizzate (-41,8% nei primi sette mesi) si è tradotto in un aumento delle ore di CIG effettivamente utilizzate (destagionalizzate e ricondotte a ULA) di 24mila unità su base mensile e in una diminuzione di 5mila unità su base annua (-47mila a giugno).
Nonostante il ridimensionamento rilevato da inizio 2017, Confcommercio esprime comunque una certa prudenza. L'area del disagio sociale rimane ancora molto ampia, mentre i diversi elementi positivi registrati recentemente potrebbero subire un'attenuazione in assenza di dinamiche occupazionali più sostenute rispetto a quelle attuali.