L'agenzia scongiura lo spettro "junk" ("spazzatura") per il nostro Paese, ma bacchetta sul debito: "Livelli elevati, bisogna ridurre il deficit"
L'agenzia Moody's conferma il rating dell'Italia "Baa3" e alza l'outlook a "stabile" da "negativo". È quanto si legge in una nota. Il livello Baa3 è il più basso tra i giudizi di investment grade. Le valutazioni dell'agenzia scacciano lo spettro di una valutazione negativa, che avrebbe portato il nostro Paese al cosiddetto livello "junk" (letteralmente "spazzatura"). Soddisfazione da parte del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgietti: "È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell'Italia".
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L'Italia supera così lo scoglio più insidioso dalle agenzie di rating. La valutazione giunge una settimana dopo che Fitch aveva confermato il rating BBB con outlook stabile. Precedentemente anche Standard and Poor's e Dbrs Morningstar avevano confermato il rating a livelli analoghi per il nostro Paese, con prospettive stabili.
Secondo Moody's, le prospettive di breve termine dell'Italia "sono sostenute dall'attuazione del Pnrr, ma anche dai recenti miglioramenti del settore bancario. I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte per il clima buono dello scorso inverno, ma anche per le azioni del governo" per la diversificazione delle forniture e del rafforzamento dell'infrastruttura energetica". L'agenzia ha inoltre sottolineato che la forza del settore bancario italiano è "migliorata significativamente. Un lento ma graduale consolidamento nel sistema bancario ha portato a una migliore efficienza operativa e a complessivi miglioramenti della redditività".
Nella loro relazione, gli analisti hanno evidenziato che i livelli di debito dell'Italia "resteranno elevati. Ridurre il deficit nei prossimi anni sarà essenziale per la futura traiettoria del debito, dato che il differenziale fra le crescita nominale e i tassi di interesse tornerà negativo nel 2025, richiedendo all'Italia un surplus primario per stabilizzare il debito".
Secondo la previsione di Moody's, che il deficit italiano sarà pari al 4,4% del Pil nel 2024. Negli anni successivi, l'agenzia di rating "vede alcuni rischi per la traiettoria fiscale legati ad alcuni obiettivi politici del governo, in particolare la riforma dell'imposta sul reddito".
Al tempo stesso, la crescita del Pil positiva prevista per i prossimi anni "abbassa il rischio di una consistente e rapido deterioramento delle degli equilibri di bilancio", ha proseguito l'agenzia di rating. Moody's ritiene tuttavia che conseguire consistenti risanamenti dei conti pubblici "sarebbe politicamente impegnativo". Lo scenario previsionale di base, si legge ancora nel report, ritiene "che il fardello debitorio dell'Italia resti attorno al 140% del Pil nei prossimi anni, mentre la sua sostenibilità si limerà gradualmente con il crescere dei costi dei nuovi indebitamenti".
Moody's ha poi definito il Pnrr come "l'opportunità che capita una volta in una generazione per rafforzare la crescita e attuare riforme specifiche. Per l'Italia i rischi di credito associati con una inefficiente esecuzione delle politiche macroeconomiche sono significativi, perché è lo Stato membro dell'Ue più a rischio che il differenziale tassi di interesse-crescita metta in moto una dinamica avversa del debito. Avevamo anticipato alcune difficoltà nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Comunque i ritardi nel sborsare la terza rata dei fondi Ue e le significative revisioni proposte rivelano debolezze maggiori" di quanto Moody's aveva previsto.
"Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera", ha detto il ministro Giorgetti. "Alla luce del giudizio espresso da Moody's e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento".
"La stabilità dei conti e la fiducia dei mercati nell'Italia vengono confermate dal giudizio positivo dell'agenzia Moody's e dallo spread, sceso a 174 punti", ha commentato invece il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Servono rigore e serietà nella spesa pubblica per rilanciare la crescita e abbattere il debito".