Gli sprechi alimentari a Natale, i dati di Assoutenti
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L' 88% degli italiani trascorrerà le feste natalizie a casa. Aumentano le persone presenti a tavola
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Quest'anno gli italiani tornano a spendere per il Natale a tavola con una media di 115 euro a famiglia, il 10% in più rispetto alle feste del 2022, facendo segnare un ritorno ai livelli pre-pandemia. È quanto emerge da un' indagine di Coldiretti che sottolinea che il calo dell'inflazione ha avuto effetti positivi sulle scelte dei pasti natalizi. La maggioranza degli italiani (88%) passerà il Natale a casa. Soltanto il 6% lo trascorrerà in un ristorante o in un agriturismo. Continuano anche a ripopolarsi le tavolate (8 commensali in media contro i 7 del 2022 e i 4 del 2020).
La maggioranza degli italiani (31%) spenderà tra 50 a 100 euro per i pasti di Natale, mentre un altro 29% si spingerà fino a 200 euro e il 10% arriverà a 300 euro (il 4% anche oltre). Solo un 7% conterrà il budget sotto i 30 euro mentre il 13% lo manterrà tra i 30 e i 50 euro.
Secondo Coldiretti, a livello territoriale i più "spendaccioni" sono gli italiani delle Isole, con una media di 148 euro a famiglia, davanti a quelli residenti al Sud (127 euro) e del Nord Ovest (109 euro) che si piazzano poco davanti al Centro (105). I più "parchi" sono i residenti del Nord Est, con appena 99 euro a famiglia.
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Il trend generale per i menù natalizi vede un deciso ritorno della tradizione, rileva Coldiretti, con la stragrande maggioranza degli italiani che si indirizzerà verso i piatti che hanno fatto grande la cucina italiana, con un occhio al portafogli senza risparmiare sulla qualità.
Se nel menu della vigilia, continua l'associazione, è servito soprattutto il pesce, a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall'agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche.
Il re delle feste resta il panettone, presente nel 78% delle case, davanti al pandoro (73%). Ma c’è anche un 41% di italiani che ha scelto di preparare da sè i dolci tipici del Natale, un'attività che è tornata a essere gratificante all'intero delle famiglie, anche con il coinvolgimento dei bambini, secondo Coldiretti.
L'associazione rileva che i dolci tipici della tradizione regionale saranno presenti in quasi sei tavole su 10 (58%) con un aumento degli acquisti dell'11% rispetto allo scorso anno. La crescita dei dolci a km zero è il simbolo di una nuova attenzione alle tradizioni del proprio territorio. In Basilicata non possono mancare i "calzoncelli", in Calabria si consuma la "pitta mpigliata". In Campania è il tempo di "roccocò" e "susamielli", mentre in Puglia troviamo le "cartellate" baresi.
In Friuli, continua Coldiretti, torna la "gubana", in Emilia Romagna la spongata e in Lombardia troviamo il "Panun de Natal". Non mancano specialità nelle isole come in Sicilia con i "buccellati" di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi). Ogni regione, precisa l'associazione, offre le sue specialità come in Valle D'Aosta il "flantze", in Piemonte il "crumbot", in Veneto la "pinza", in Trentino lo "zelten" e in Toscana il "panforte".