Segnali incoraggianti

Nel 2017 il Pil potrebbe crescere dell'1,3%

Qualche segnale destabilizzante giunge però dalle ultime rilevazioni dell'Istat sui prezzi al consumo. L'Inflazione rimane ancora lontana dal target auspicato dalla Bce

28 Giu 2017 - 12:41
 © lapresse

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Nel 2017 il Prodotto interno lordo italiano potrebbe crescere dell’1,3% e mettere a segno un +1,1% nel corso del 2018. È quanto emerge dalle stime formulate dal Centro studi di Confindustria e presentate attraverso l’analisi “La ripresa globale si consolida. Italia a ruota”, presentata nella sede di Confindustria.

Il centro studi ha quindi rivisto al rialzo le stime presentate alla fine 2016, quando si prevedeva un +0,8% per l’anno in corso e un +1% per il prossimo, allineandole a quelle formulate qualche settimana fa dal Fondo monetario internazionale (che prevede un +1,3% per il 2017 e un +1% medio per il triennio 2018-2020). L’agenzia di rating Standard & Poor’s, invece, appare lievemente più cauta, indicando un +1,2%.

La rivisitazione della crescita, spiegano a viale dell’Astronomia, è in larga parte legata alle ultime diffusioni dell’Istat. Secondo i conti economici trimestrali dell’Istituto di statistica, nel primo trimestre del 2017 il Pil è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al primo trimestre del 2016, comportando una variazione acquisita per il 2017 del +0,9%.

Un risultato incoraggiante anche se ancora molto al di sotto della media europea: secondo l’Eurostat il Pil dell’Eurozona è cresciuto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% rispetto al medesimo periodo di un anno fa.

È proprio questa discrepanza tra i principali indicatori delle varie economie dell’Area a disincentivare un rallentamento delle politiche monetarie da parte della Banca centrale europea. Secondo quanto ribadito martedì dal presidente della Bce, Mario Draghi, un fattore fondamentale per garantire la continuità della fase di ripresa dell’Eurozona è che in tutti i Paesi della moneta unica l’inflazione si attesti a livelli vicinissimi al 2%. Un obiettivo ambizioso, soprattutto se si osservano i livelli attuali delle media dell’eurozona. A maggio (la stima preliminare su giugno verrà diffusa venerdì) l’indice dei prezzi al consumo si è attestato al +1,4%, ben al di sotto di quanto sperato.

Anche in Italia l’indice dei prezzi al consumo, nonostante una serie di miglioramenti, è ancora abbastanza lontano dagli obiettivi. A giugno, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, l’indice è diminuito dello 0,1% su base mensile, mentre è cresciuto dell’1,2% su base annua. L’inflazione acquisita fin qui per il 2017 è pari al +1,2% (+0,7% per la componente di fondo).

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