Irremovibile la Commissione archeologica: "Il valore dell'Acropoli è incompatibile con un evento di pubblicità"
Gucci aveva chiesto ad Atene di poter organizzare una sfilata di moda di 15 minuti sull'Acropoli. E l'offerta sembrava di quelle più che allettanti, soprattutto per un Paese che vive il suo settimo anno di crisi, con un Pil che è diminuito del 25%: 56 milioni di euro per affitto e diritti. Ma la risposta è stata no.
E' "la Repubblica" a raccontare la sconcertante vicenda, secondo cui la richiesta, arrivata alla Commissione archeologica della Grecia (Kas) con tanto di offerta nero su bianco, è stata semplicemente rifiutata. Il piano prevedeva un milione per l'affitto della "roccia sacra", dove sarebbe stato girato uno show di 900 secondi davanti al Partenone. E altri 55 milioni per i diritti a girare e quindi, indirettamente, per fare pubblicità alla prestigiosa location della passerella. Macché: la cosa non è piaciuta alle autorità.
Il Kas ha detto che "il valore e il carattere dell'Acropoli sono incompatibili con un evento di questo tipo".
Il direttore del museo che ospita i resti del tempio e le Cariatidi Dimitris Pantermalis ha aggiunto: "Non abbiamo certo bisogno di pubblicità. E fare del Partenone lo sfondo di una sfilata di moda significherebbe svilire il nostro splendido patrimonio artistico". Casa Gucci aveva presentato la sua richiesta ricordando una storica sfilata di Dior nel 1951. Oggi la musica è cambiata, dicono alla Kas. E concedere l'affitto del luogo per una sfilata sarebbe, insomma, una "umiliazione". Poco conta che quei marmi in passato abbiano fatto da sfondo a spot di Coca Cola, Lufthansa, Verizon. L'arte dell'antica Grecia oggi non è in vendita. E neanche in affitto.