CO2 introvabile per la crisi energetica: si va verso lo stop alla produzione, una volta terminati gli stock. I maggiori produttori del Paese: "Siamo disperati"
L'acqua in bottiglia (+20,1%) è il segmento trainante del comparto bevande © IPA
La crisi energetica colpisce duro anche il settore dell'acqua gassata. Il problema principale è la scarsità di anidride carbonica. La maggior parte dell'acqua frizzante che si trova in Italia, infatti, viene da acqua naturale addizionata di anidride carbonica. I produttori aspettano qualche camion in arrivo dall'estero, ma basterà soltanto per pochi giorni o addirittura per poche ore. Una volta finiti gli stock di CO2 la produzione andrà in stop e nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita.
I primi stop. L'azienda Sant'Anna, leader europeo nel settore, produce 1.5 miliardi di bottiglie ogni anno. L'amministratore delegato Alberto Bertone, ha annunciato lo stop alla produzione dei prodotti gassati. "La Co2 è introvabile - spiega - e anche tutti i nostri competitors sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti". Le aziende di CO2 preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità, nonostante l'azienda offra ai fornitori cifre sempre più alte. "La difficoltà a trovare l'anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell'anno scorso - ricorda Bertone - ma eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei".
La prospettiva - L’Italia è il primo paese europeo e uno dei primi al mondo per consumo di acqua in bottiglia, con una media di oltre 200 litri l’anno per persona. La crisi nel settore, potrebbe portare a nuovi rincari che si aggiungono a quelli che già gravano sul carrello della spesa, vista la grande richiesta di acqua frizzante. La scarsità di Co2 potrebbe mettere in crisi anche l'intero settore alimentare. L'industria dolciaria, infatti, usa il gas addizionato per preparare molti degli alimenti consumati dagli italiani. "Manca tutto, sembra di essere in pieno dopoguerra" ha dichiarato Bertone.