Coldiretti sottolinea come la spesa complessiva delle famiglie per il menù pasquale sia scesa sotto il miliardo di euro. Più gettonate del solito le uova, presenti nei piatti tradizionali di tutte le regioni d'Italia
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Sulle tavole degli italiani, nonostante il calo dei consumi, continua a essere presente l'agnello, che non manca nel 41% delle case. E' quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixè sul rispetto delle tradizioni a tavola per la Pasqua 2014. La stragrande maggioranza, circa il 79% degli italiani, ha optato per il pranzo casalingo: il risultato è che quest'anno la spesa complessiva delle famiglie per il menù di Pasqua è scesa sotto il miliardo di euro.
Nel periodo pasquale, sottolinea Coldiretti, si acquista la maggior parte del circa un chilo di carne di agnello a testa che in media è consumato in un anno, consentendo "la salvaguardia di questa tradizione che garantisce il futuro della pastorizia: in Italia è scomparso quasi un gregge di pecore su tre negli ultimi dieci anni". Il 10% di chi ha acquistato agnello si è rivolto all'allevatore, il 28% si è assicurato di portare in tavola un prodotto italiano mentre solo il 4% non ha guardato all'origine.
Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori si sono mantenuti sugli stessi livelli dello scorso anno: in media sui 4,5 euro al chilo, mentre al consumo i listini delle carni ovine e caprine a marzo sono addirittura scesi dello 0,3%. I prezzi, continua Coldiretti, si sono aggirati in media tra i 10 e i 15 euro al chilo.
Più gettonate del solito sono invece state quest'anno le uova utilizzate nei diversi piatti tipici regionali, come gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana. Anche la corallina, salame sottile a grana un po' grossa accompagnato dalla pizza al formaggio, mangiata con le uova a colazione in tutto il Lazio. Sempre a base di uova, in Romagna si consumano i passatelli. In Molise, l'insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori.
In Puglia, invece, il principe della tavola è il "cutturiddu", agnello cotto nel brodo con le erbe delle Murge. In Veneto onnipresenti "vovi e sparasi", uova sode con asparagi. E in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello.
Tra i dolci, al primo posto, l'immancabile pastiera napoletana che batte la colomba. Seguono la pizza di Pasqua e la treccia pasquale. Si tratta, spiega l'associazione, di dolci dai sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali, come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano.
In Friuli Venezia Giulia, le titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso. In Calabria si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce, e pitte con niepita che sono dolci a mezzaluna da mangiare caldi o freddi.
Sapori diversi hanno scelto invece di gustare "gli oltre 4,1 milioni di italiani in vacanza in Italia e all'estero nella Pasqua 2014 che fa segnare una ripresa del turismo, con un aumento stimato pari al 5% rispetto allo scorso anno. Tra questi, sono 2,6 milioni quelli che hanno scelto di restare all'interno dei confini nazionali che prevalgono sul milione e mezzo di italiani che hanno invece preferito mete all'estero". Particolarmente affollati gli agriturismi dove, secondo Terranostra/Coldiretti, sono circa 250mila gli ospiti a tavola il giorno di Pasqua.