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Il presidente del Consiglio porta in Aula al Senato il fax con cui Luigi Di Maio autorizzò la firma del Mes. Attacco al governo Conte: "Sono stati loro a vendere le armi a Israele". E sul Superbonus: "Il più grande regalo dello Stato ai truffatori"
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Veto sul Patto di Stabilità? "Non escludo nessuna delle scelte. Credo si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l'Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni replicando al Senato, dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue, parlando della proposta di Mario Monti.
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"Se avete argomenti rispondete in replica, io non mi metto a gridare mentre parlate", ha detto piccata Giorgia Meloni, rivolgendosi all'Aula in cui qualcuno rumoreggiava durante il suo intervento.
Giorgia Meloni ha dedicato parte del suo discorso per replicare alle opposizioni. "Io farò sempre la mia parte per ricordare le politiche disastrose di governi precedenti, che noi siamo chiamati a riparare. L'austerità? Non so cosa intenda, noi abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra" con spese come quelle per Superbonus" e banchi a rotelle. Non è austerità, ma serietà" ed è il motivo "per cui gli italiani hanno chiesto a noi di governare e a voi di fare un passo indietro".
Il governo Conte "alla chetichella ha dato l'assenso al Mes". La numero uno di Palazzo Chigi ha inoltre mostrato alle opposizioni il fax inviato all'allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio, in cui lo autorizzava a siglare il Mes. E questo, ha aggiunto Meloni, è successo "il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti. Capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo, ma dalla storia non si esce. Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo".
Parlando poi del Superbonus, il presidente del Consiglio ha affermato che la misura "pesa come un macigno su nostri conti e sottrae 20 miliardi di euro l'anno. È un provvedimento che nasceva da un intento condivisibile", ma è stato trasformato "nel più grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali, lasciando aziende e famiglie per bene in un mare di guai. Questione che ora noi cerchiamo di risolvere".
Il discorso della Meloni si sposta poi anche sulla politica estera dei governi precedenti. "Noi non stiamo trasferendo armi a Israele. Oppure vi riferite alle armi che il governo Conte ha venduto a Israele, visto che il governo Conte è stato quello che ha venduto più armi di tutti a Israele".
Il premier ha riservato parte della sua replica anche al Partito democratico. "Si cerca di fare tutto il possibile per smontare il lavoro faticoso" fatto dal governo sul fronte dei migranti. "Mi ha colpito la reazione del Pd. Sull'accordo con l'Albania, che non viola il diritto internazionale, io sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato l'espulsione di Rama dal partito socialista europeo per aver osato di aiutare l'Italia. Questo la dice lunga sul punto di vista che si ha sull'anteporre gli interessi di partito a quelli della nazione. Io credo che gli interessi della nazione vadano anteposti a quelli di partito, non è quello che ho sempre visto a sinistra".
Tornando su Mario Draghi, il premier ha ribadito di non aver mai voluto attaccare il suo predecessore. "Tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull'Ucraina, di quella maggioranza che tutti ricordano. Quello che cercavo di spiegare è che, proprio perché ho rispetto di quella fermezza, non si risolve il suo lavoro fatto nella foto sul treno con Francia e Germania".
Durante gli anni di governo del centrosinistra "il Pil crollava, mentre ora con noi il Pil va meglio", ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia. "La propaganda poi si scontra con la realtà", ha aggiunto parlando poi nuovamente del Patto di Stabilità e ricordando come la "trattativa sia molto serrata e le posizioni di partenza siano distanti. Ma qualche spiraglio si vede".
Il presidente del Consiglio è intervenuta anche sulla spesa pubblica per la sanità. "Abbiamo liberato risorse sul diritto allo studio, sull'Emilia Romagna, abbiamo dato ancora più finanziamenti al settore sanitario. Con un piccolo escamotage tecnico arriva il fondo sanitario al massimo di risorse mai avute nel fondo".
"Quel treno, l'ho preso anche io per andare a Kiev, vorrei ricordare", ha affermato ancora Meloni replicando a Simona Malpezzi del Pd. "Figurarsi se non capisco il valore che ha. Dal mio punto di vista c'è stata un'Italia che in passato ha ritenuto solo di aspettare cosa facevano Francia e Germania aspettando si accodarsi in una foto. Non vuol dire che non abbia le mie foto con Macron, Scholz, Orban, con chiunque".
Giorgia Meloni ha detto la sua anche sull'allargamento dell'Ue. "Sono molto d'accordo, è una scelta strategica per tutti noi. Se immaginassimo un'Ue con 30-32 Stati membri questo porterebbe nuove sfide. E di questo si parlerà, così come si parlerà delle riforme che si dovranno fare. Si dovrà anche ragionare sul bilancio. Non dobbiamo fare l'errore di partire da un processo decisionale, ma da quello di cui l'Ue si deve occupare. L'Ue si deve concentrare su materie che non possono essere affrontate dai singoli Stati. Questa è la posizione che sto portando avanti. Si deve trasformare l'Unione europea da 'gigante burocratico a gigante politico'".
Le parole usate dalla Meloni per attaccare il Pd hanno scatenato l'irritazione dei dem e della segretaria Elly Schlein. "Ho sentito il presidente del Consiglio Meloni dire che noi saremmo contro l'interesse nazionale. Vorrei fare un'operazione di verità e chiarezza: chi ha scelto sempre alleati sbagliati, perché nemici degli interessi dell'Italia, è proprio Giorgia Meloni. E' lei che è andata da Orban e dal gruppo di Visegrad a dire che avevano ragione loro a dire no alla solidarieta' sull'accoglienza". E poi: "Sul patto di stabilità e crescita rischiano di farci tornare all'austerità dei rigidi parametri quantitativi sul deficit", mentre "bisogna assicurare continuità al Piano per la ripresa dell'Europa (NextGenerationEu), mentre le destre nazionaliste hanno sempre votato contro". La Schlein ha poi sottolineato: "Sono sempre loro che ospitano sul palco le peggiori destre d'Europa, che vengono a Firenze a dire che è sbagliato sostenere l'Ucraina contro Putin".
Via libera dell'Aula del Senato alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue. I voti a favore sono stati 104, 61 i contrari, 13 gli astenuti (Iv e Azione).