Le tariffe dovrebbero restare ferme su gran parte della rete. Ma c'è il nodo A24-A25 legato a un intoppo con l'Anas. Il governo: "Da ora in poi controlli stringenti su prezzi e investimenti"
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E' quasi certo che il nuovo anno non porterà pedaggi autostradali più cari. Sono fonti del ministero dei Trasporti a far sapere che c'è ottimismo in merito a una "sterilizzazione degli aumenti delle tariffe ormai giudicata certa su gran parte della rete autostradale". Il blocco riguarderà anche Aspi e Strada dei parchi, le società che gestiscono A24 e A25.
Per alcune concessionarie si attendono ritocchi minimi, ma i gestori hanno comunque assicurato che da ora in poi si valuterà con maggior attenzione (annualmente e non ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, trend dei prezzi e investimenti.
Il nodo dei Parchi - Il congelamento degli aumenti potrebbe però rivelarsi problematica per la Strada dei parchi, a causa di un intoppo con l'Anas. La società si è infatti rivolta al ministro Danilo Toninelli perché eviti che Anas faccia ricadere sugli utenti il costo di 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione, che vanno sospese per consentire la sterilizzazione delle tariffe.
L'amministratore delegato Cesare Ramadori spiega che era stato "raggiunto un accordo" con Anas per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 ma "la stessa ha aggiunto la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112 milioni di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale, come peraltro dal Mit indicato". Cosa "inaccettabile" e "frutto di un calcolo speculativo commendevole" per la concessionaria che invita dunque il ministro a intervenire.
Se il problema non sarà risolto, avverte Ramadori, si rischia un aumento del 19% dei pedaggi: il 12,8% entrato in vigore a gennaio ma bloccato a ottobre e il 5,8% che scatterebbe a gennaio.