Come spiegato dal sottosegretario Nannicini, la quattordicesima aumenterà di 100-150 euro per chi prende fino a 750 euro
La quattordicesima aumenterà di 100-150 euro per chi prende fino a 750 euro di pensione. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. Per i pensionati con assegni fino a mille euro, che oggi non ricevono la quattordicesima mensilità, si aggiungeranno invece tra i 330 e i 500 euro.
L'Ape, ha aggiunto Nannicini, "costerà tra il 4,5% e il 5% per ogni anno di anticipo". La penalizzazione, ha spiegato, sarà tale "grazie all'aiuto fiscale dello Stato". Nel caso dell'Ape sociale, "il reddito ponte sarà invece interamente a carico dello Stato".
Si tratta però di identificare la platea che potrà avere accesso all'Ape agevolata. Secondo le ultime indiscrezioni è difficile che si scrivano le diverse attività gravose come chiedono i sindacati. E' probabile invece che si dia da subito l'accesso al beneficio ai disoccupati, i disabili e i parenti di disabili (è possibile che si usi il criterio di chi ha già la legge 104) rinviando all'anno prossimo la definizione dei lavori faticosi.
La "coperta" dell'Ape agevolata rischia di essere comunque corta e resta aperto il tema dell'importo del reddito ponte verso la pensione (a livello Naspi, l'assegno di disoccupazione con un limite a 1.300 euro, o inferiore). La Ragioneria preme per un reddito di sussistenza che renda meno conveniente l'accesso, mentre i sindacati chiedono che sia quanto più possibile vicino alla pensione che si è maturata.
Si stanno facendo i conti anche sull'Ape volontaria. Se, infatti, fino a pochi giorni fa si era parlato di un intervento neutro per le casse dello Stato (quindi con un carico per il lavoratore che decide di uscire dal lavoro superiore al 6% annuo), nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi ha parlato di una restituzione per il prestito di circa il 5% annuo. Percentuale confermata anche da Nannicini che ha puntualizzato la necessità di un aiuto fiscale dello Stato per tenere bassa la percentuale di penalizzazione.
Questo significa, dato che il prestito va restituito in 20 anni, che il carico degli interessi e del premio assicurativo per i casi di premorienza sarà a carico dello Stato, probabilmente spalmato in avanti sugli anni. E' previsto infatti che le rate residue in caso di morte non pesino sugli eredi.
La scommessa probabilmente è legata alla scarsa appetibilità dello strumento che dovrebbe far sì che la platea degli utilizzatori sia bassa e quindi non troppo gravosi anche i costi per lo Stato. E' probabile invece che si definiscano delle agevolazioni per le aziende che in vista di ristrutturazioni decidono di pagare contributi per i lavoratori più anziani in uscita.
Appare sostanzialmente definito invece l'aumento per le pensioni più basse attraverso il meccanismo della quattordicesima, una somma aggiuntiva da dare una volta l'anno legata ai contributi versati. Si prevede l'estensione della platea (2,1 milioni di persone over 64 che hanno redditi personali complessivi inferiori a una volta e mezza il minimo, circa 750 euro al mese) di circa 1,2 milioni estendendo il limite di reddito a due volte il minimo (circa 1.000 euro al mese).
Gli importi (da 336 a 504 euro l'anno a seconda dei contributi versati) saranno aumentati del 30% per coloro che la percepiscono già (quindi la somma di 504 euro passerebbe a 666 euro). La misura però non tiene conto né del reddito familiare (teoricamente può prendere la quattordicesima la moglie di un uomo benestante che ha versato pochi anni di contributi) ne' degli anni di pensione ricevuti (ad esempio una baby pensionata, uscita a 40 anni e a riposo da 25 dopo meno di 20 anni di contributi versati).