I vantaggi sono molteplici: migliorerebbe, da un lato, la qualità della vita delle persone, mentre le imprese riscontrerebbero un aumento della produttività
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Che i benefici di una larga diffusione della banda ultra larga in Italia siano molti è cosa nota, eppure il nostro Paese è ancora piuttosto indietro rispetto al resto d’Europa. Dallo studio Assessing the sectoral effects of ICT investments: the case of broadband networks, redatto da un gruppo di ricerca dell’Università capitolina La Sapienza, è emerso infatti che solo il 21% degli italiani accede a connessioni veloci – oltre i 30 megabyte al secondo – contro il 62% della media dell’Unione europea.
Altro dato interessante emerso dall’analisi è quello che sottolinea come, nonostante un timido aumento, la quota di imprese di dimensione più ridotta che utilizza connessione veloce sia più esigua rispetto alle imprese di dimensioni più elevate: il 12,3% contro il 40,1%.
Non solo, secondo uno studio realizzato da Akamai Technologies, sullo stato di internet nel mondo, l’Italia viaggia in media a 8,2 megabyte al secondo, oltre la media globale (pari a 6,3 Mbps) ma al di sotto della velocità media registrata in molti Paesi europei, tanto da occupare il 54esimo posto nella classifica mondiale e il 28esimo in quella dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Tenendo conto solo dell’Unione Europea, l’indice Desi ci pone agi ultimi posti della graduatoria, stilata in base alla diffusione della banda larga nel Paese, e all’ultimo posto per la diffusione della banda ultra larga. Appena al di sopra della Grecia.
Ma perché è importante investire nella banda larga? Oltre a migliorare la qualità della vita delle persone, investire nella connessione veloce consentirebbe alle imprese di aumentare la propria produttività, con vantaggi anche dal punto di vista occupazionale.
Secondo la Banca mondiale, infatti, aumentare di dieci punti percentuali la penetrazione di banda larga in un Paese, garantirebbe allo stesso una crescita del Pil dell’1,2%. O ancora: stando ad uno studio di Ericsson ogni aumento del 10% del tasso di penetrazione della banda larga, oltre a garantire un incremento del Prodotto interno lordo, consentirebbe la creazione diretta di ottanta nuovi posti di lavoro. Senza contare che il raddoppio della velocità stessa della connessione assicurerebbe una crescita aggiuntiva del Pil dello 0,3%.