Le condizioni economiche e climatiche spingeranno la domanda di greggio dell’anno in corso
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La graduale ripresa economica, il crollo del prezzo del greggio e le previsioni che indicano un inverno più freddo di quello passato hanno portato l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ad alzare le stime riguardo la domanda globale di petrolio, la principale fonte di energia a livello mondiale (con una quota superiore al 30%).
Per il 2015 l'AIE prevede, infatti, una domanda media di 94 milioni di barili al giorno, con una crescita di 1,4 milioni di barili al giorno, in rialzo rispetto all'aumento di 1,1 milioni stimato in precedenza.
Nonostante il tentativo dei Paesi Opec di rallentare la produzione dei Paesi concorrenti, messa in atto qualche mese fa, decidendo di non porre un freno ad una produzione troppo elevata per la domanda (scesa anche a causa della crisi economica che ha interessato i Paesi importatori come l'Italia, ma anche a causa di una calo delle importazioni da parte della Cina), l'Agenzia stima anche una crescita della produzione di greggio da parte dei Paesi non Opec.
Mentre nello scorso Rapporto le stime indicavano un aumento della produzione pari a 830mila barili al giorno, le ultime previsioni indicano invece un aumento di circa un milione di barili, a 58 milioni.
Con la sua strategia, l'Opec contava, soprattutto, di rallentare la produzione di Shail Oil da parte degli Stati Uniti. Con prezzi troppo bassi, gli elevati costi della tecnica del frantumamento delle rocce bituminose (il fracking) avrebbe dovuto scoraggiare i produttori statunitensi, portandoli a chiudere i rubinetti. Così non è stato, o almeno, lo è stato solo in parte. L'aumento della domanda, infatti, nonostante i prezzi bassi, ha tardato ad arrivare, mentre la produzione è rimasta elevata.
L'Opec però ci spera ancora: nel corso del meeting che si è tenuto a Vienna il cinque giugno, l'Organizzazione ha avanzato nuovamente l'ipotesi di un calo dell'offerta da parte dei Paesi non Opec, confermando ancora una volta la sua politica di lasciare invariata la produzione da parte dei Paesi del Golfo Persico a 30 milioni di barili al giorno.
Per dirla tutta, se l'Opec dovesse replicare i livelli di produzione di greggio di maggio, quando si è registrato un aumento di 24 mila barili al giorno, l'offerta tornerebbe nuovamente in eccesso per 440mila barili al giorno per il resto del 2015.