TRA LUCI E OMBRE

Pil, l'Ocse abbassa le stime di crescita Ripresa soltanto a partire dal 2015

Per il 2014 gli esperti rivedono le previsioni del Pil da +0,6% a +0,5%, mentre l'anno prossimo l'economia salirà dell'1,1% grazie a fiducia e tagli delle tasse. Disoccupazione in lievissima diminuzione

06 Mag 2014 - 11:51
 © ansa

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L'Ocse rivede lievemente al ribasso le sue stime di crescita per il Pil italiano rispetto alle previsioni del novembre scorso, da +0,6% a +0,5%. Per il 2015 è previsto un +1,1%, grazie alla spinta data dal "ritorno della fiducia" e dai "moderati tagli alle tasse". Secondo l'organizzazione internazionale inoltre "il rapporto tra debito e Pil non comincerà a scendere prima del 2016" e ciò rende il Paese "ancora vulnerabile a potenziali scossoni".

Ripresa a rilento quest'anno, un po' meglio nel 2015 - Secondo l'organizzazione di Parigi "la lenta ripresa dalla recessione continuerà durante il 2104 e la crescita aumenterà un po' di più nel 2015. Il ritorno della fiducia aiuterà sia i consumi sia gli investimenti, con un'ulteriore spinta dai moderati tagli alle tasse che aumenteranno il reddito delle famiglie".

Sul fronte del deficit invece, scrive ancora l'Ocse, "il governo italiano ha avuto successo nel portare avanti il consolidamento di bilancio nel 2013". Ciononostante, "il livello del deficit non è sceso a causa dell'attività economica debole". Il rapporto deficit/Pil è così rimasto al 2,8% nel 2013 e, secondo le stime, scenderà al 2,7% quest'anno e al 2,1% l'anno prossimo.

Il livello del debito però, che non comincerà a scendere prima di due anni, desta forti preoccupazioni tra gli esperti dell'Ocse, secondo i quali è "essenziale continuare con la cautela sui conti pubblici basata sulla riduzione della spesa".

I pagamenti P.A. possono stimolare la crescita - In un contesto di scarsità di credito, il programma di pagamento del debito della Pubblica amministrazione verso le imprese può essere un fattore importante di stimolo degli investimenti, quindi dell'occupazione e della crescita, dicono all'Ocse.

"Uno dei maggiori effetti negativi della crisi è stata la contrazione del credito, soprattutto per le piccole e medie imprese, cosa che è diventata una delle principali cause dell'ampio aumento della disoccupazione - dice l'economista Alvaro Pereira, responsabile del dipartimento Studi nazionali dell'organizzazione - in questo contesto, ciò che i governi possono fare, quando ne hanno i mezzi, è pagare i loro debiti con le aziende, in particolare le più piccole, e fornire così loro un po' di capitale, che consenta di fare investimenti e creare posti di lavoro".

Banche, primi segnali di miglioramento del credito - "Il credito bancario (in Italia) ha mostrato i primi segni di ripresa all'inizio del 2014, dopo essere calato per due anni", e in generale per l'anno in corso "le condizioni creditizie miglioreranno un po'", si legge nell'Economic Outlook firmato dall'Ocse, dove si precisa anche che "questo sosterrà una ripresa dell'investimento solo graduale".

Disoccupazione sempre a livelli record - La situazione non migliorerà molto sul fronte lavoro: in Italia infatti, scrive l'Ocse, "la disoccupazione scenderà nel 2015, ma solo lentamente, perché il primo impatto dell'aumento della domanda di lavoro saranno probabilmente più ore lavorate". I disoccupati, il 12,8% nel 2014 dopo il 12,2% dell'anno scorso, scenderanno al 12,5% nel 2015.

Appello alla Bce: intervenga - Per far fronte alla situazione economica sempre difficile, anche a livello europeo, Parigi fa appello alla Bce perché "prenda nuove misure di politica monetaria per riportare l'inflazione vicino al target in modo più deciso e resti pronta per ulteriore stimolo non convenzionale", e auspica che il tasso d'interesse principale sia ridotto a zero.

Inoltre, scrive sempre l'organizzazione parigina, "misure non convenzionali addizionali saranno necessarie se l'inflazione non mostrerà chiari segni di un ritorno verso l'obiettivo della Bce o, a maggior ragione, se uno scenario deflazionistico minacciasse di realizzarsi". Tra queste misure ci potrebbero essere "la fine della sterilizzazione del Securities markets programme (il programma di intervento sui mercati obbligazionari secondari, ndr), e la fornitura di finanziamenti attraverso nuovi Ltro (piani di rifinanziamento a lungo termine), se possibile a tassi costanti e vicini allo zero". Ma si parla anche di "acquisto di bond sovrani, o programmi per sostenere il credito bancario al settore privato non finanziario". Secondo le stime dell'Economic Outlook, l'inflazione nell'eurozona scenderà allo 0,7% nel 2014 (con un picco negativo a 0,6% nel terzo trimestre) e risalirà all'1,1% nel 2015.

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